Dai convegni ai dibattiti, dalle manifestazioni alle campagne di sensibilizzazione, il fenomeno della violenza delle donne, va attenzionato costantemente e non solo il 25 novembre.
Riflessioni queste, argomentate con chiarezza ieri a Roma presso la Sala Matteotti della Camera dei deputati durante il convegno “I crimini passionali: dalla violenza domestica a quella in rete”. Esponenti delle Forze dell’Ordine, delle Istituzioni, Psicologi, Docenti Universitari, Operatori delle Associazioni, Avvocati.
Numerosi i relatori che hanno partecipato all’incontro moderato dalla giornalista Francesca Lovatelli Caetani. Amare da star male? No grazie! Il possesso, la gelosia, l’offesa, il plagio, la sudditanza psicologica, e la perdita insostenibile della propria libertà, non sono sicuramente caratteristiche di un amore sano.
“I femminicidi continuano inesorabili – afferma Sonia Napolitano -, Avvocato del Foro di Nola, presente all’incontro. I numeri sono sempre più agghiaccianti e non possiamo non renderci conto della gravità della situazione. Il nostro impegno è volto a sensibilizzare ogni ambiente sociale, culturale e soprattutto, deve proseguire senza sosta l’informazione, per ridurre i numeri e scongiurare tali brutalità”. Un partner che stabilisce le regole a senso unico, che esercita uno stretto controllo, che ricatta, che isola la donna dal mondo esterno, è senza ombra di dubbio una persona ‘violenta’ e ‘malata’. Ecco perché diventa sempre più prioritario ‘risvegliare’ le vittime, che spesso restano implicate in una ragnatela affettiva senza via d’uscita. Ma cosa mantiene vivo il legame con il carnefice? Perché la battaglia sembra non essere risolutiva? Quali sono gli ostacoli? “Spesso queste donne – continua l’avv. Napolitano– sono piene di vita, dal forte temperamento, generose, che tentano e sperano di ‘cambiare’ il partner ritenuto fragile. Qui il paradosso, da vittima si passa a proteggere chi le vuole distruggere. Un inferno quotidiano che spesso minimizza e non riconosce. Ed è proprio questo ‘consenso inconscio’ da parte della vittima che rende poco incisivi gli interventi sociali e giuridici in suo favore”. Ogni relazione può essere o diventare tossica e non solo tra le mura domestiche ma anche in rete. È sempre preferibile tutelarsi, fare attenzione a ciò che si posta, specie ai contenuti, alle foto, immagini o informazioni che possono essere utilizzate per ledere la persona. Se si ha il sospetto di essere vittima di una forma di violenza digitale, è fondamentale rivolgersi alla Polizia Postale, contattare centri antiviolenza, facendo attenzione che vengano usati dispositivi sicuri a cui non è possibile avere accesso. Altro passaggio, è creare un nuovo account, cambiare le password, e adottare ogni precauzione per non rivelare i propri spostamenti ed essere individuate dall’abusante. La violenza di qualsiasi genere è sicuramente un problema strutturale e presente a livello globale. Con l’incontro alla Camera dei deputati si è fatto il punto della situazione sul modo e i tempi di come offrire supporto alle donne vittime di violenza.
Sabrina Ciani