“Tra pochi mesi, precisamente in quel di giugno, milioni di cittadini saranno ancora una volta chiamati a plasmare il futuro della democrazia europea in occasione delle elezioni. Un appuntamento fondamentale per scegliere i nuovi rappresentanti istituzionali che delineeranno i provvedimenti europei in settori chiave dell’economia Ue. E, tra questi, sicuramente c’è l’agricoltura, le cui politiche sono protagoniste in queste settimane, in questi giorni, di forti e sacrosante proteste da parte degli operatori di settore.
A giudizio di Confeuro, quanto sta accadendo dimostra che probabilmente in Europa è arrivato il momento di fare un mea culpa, procedendo con una inversione di rotta, tesa a rivoltare l’attuale Pac: quella politica comune, lo ricordiamo, che oggi sta mettendo alle corde l’agricoltura più antica e qualificata del pianeta. Quando all’epoca si decise di dare contributi agli agricoltori anche senza produrre, infatti, erano tempi diversi.
Oggi il mondo è cambiato, siamo inondati di prodotti extracomunitari a bassissimo costo ma di dubbia qualità. Alla luce di questo contesto, dunque, è necessario e improcrastinabile che l’Unione Europea faccia scelte coraggiose e stabilisca politiche serie e concrete a favore degli agricoltori e dell’intero comparto, altrimenti resteranno soltanto poche grandissime aziende in grado di competere a livello internazionale per qualità e quantità.
Pertanto, bisogna ripartire tutelando le piccole e medie imprese, nella consapevolezza maturata che l’agricoltura rappresenta un vero e proprio stile di vita, in cui l’uomo ha bisogno di sentirsi parte della terra, parte della biosfera. Fare l’agricoltura, per Confeuro, significa proteggere le nostre origini, le nostre più antiche radici. E noi lottiamo per questo”. Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo