Per chi resta in città e per chi è in vacanza, per chi è in cerca di luoghi “segreti” (e freschi) e chi ha voglia di arte, sì, ma all’aria aperta, sarà comunque un Ferragosto di mostre e aperture speciali. Da Nord a Sud, ecco alcuni appuntamenti da non perdere in questo lungo week end di metà estate.
MILANO, NAPOLI e VICENZA – Ferragosto al museo per le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. A Milano si potranno visitare le sale che ospitano le collezioni permanenti “Da Canova a Boccioni”, viaggio dal Neoclassicismo al prefutursimo attraverso un secolo di pittura italiana; e “Cantiere del ‘900”, il progetto dedicato invece alla valorizzazione del patrimonio artistico del XX e XXI secolo, attualmente con focus sugli anni Cinquanta-Ottanta e sull’Arte nucleare, tra lavori di Fontana, Burri, Vedova, Afro, Dorazio, Schifano, Manzoni. A Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli torna protagonista il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio. A Vicenza, il piano nobile di Palazzo Leoni Montanari guida gli ospiti in un percorso rinnovato: accanto alla collezione del Settecento Veneto si può rivivere la Venezia del ‘700 con dipinti di Guardi, Longhi e Carlevarijs.
ROMA – Ad un mese dal debutto del Museo dell’immaginazione diretto da Luca Lopinto, il Macro esce dagli spazi espositivi canonici per un esperimento di partecipazione collettiva: è “Tracce/Traces” (dal 16 al 25 agosto), progetto dell’artista concettuale Lawrence Weiner che riprodurrà in cielo, come banner aerei, dieci parole dal suo libro d’artista curato nel 1970 da Germano Celant. Un omaggio al critico e curatore d’arte, scomparso di recente, e un esperimento che ridefinisce lo spazio pubblico andando direttamente incontro ai cittadini, nel luogo più frequentato durante l’estate.
ROMA – Continuano le aperture speciali di alcuni luoghi “segreti” e normalmente chiusi al pubblico di quella meraviglia del Rinascimento italiano che è Villa Giulia. Per restare estasiati con il naso all’insù, l’appuntamento è venerdì 14 e sabato 15 agosto, con il tour al Ninfeo, opera di Bartolomeo Ammannati, e nella Sala della Zodiaco, tutta decorata sul tema dell’astrologia e al succedersi delle stagioni. Domenica 16 è invece la volta della Neviera di Papa Giulio III, luogo freschissimo dove al tempo (quando non esistevano i frigoriferi) si conservava persino la neve, in un rincorrersi di grotte scavate nella collina di tufo e che il Vignola progettò decorata a stucchi e grottesche.
TORINO – Il mezzo fotografico per raccontare e reintepretare uno dei più magnificenti periodi artistici della città. È la mostra “Vedere (il) Barocco: lavori in corso” (fino al 30 agosto), che raccoglie nelle sale di Camera – Centro Italiano per la Fotografia settanta immagini con cui un nutrito gruppo di fotografi – Paolo Beccaria, Gianni Berengo Gardin, Giancarlo Dall’Armi, Pino Dell’Aquila, Giuseppe Ferrazzino, Giorgio Jano, Mimmo Jodice, Aldo Moisio, Riccardo Moncalvo, Ernani Orcorte, Augusto Pedrini, Giustino Rampazzi, Daniele Regis, Roberto Schezen – hanno “guardato” al Barocco e alle sue architetture, nella Torino del XX secolo. Nella stessa sede anche “Memoria e Passione. Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla Collezione Bertero” (fino al 30 agosto) con una selezione di 200 immagini (su oltre duemila) e cinquanta autori da tutto il mondo come Bruno Barbey, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Robert Capa, Lisetta Carmi, Henri Cartier-Bresson, Mario Cattaneo, Carla Cerati, Mario Cresci, Mario Giacomelli, William Klein, Herbert List, Ferdinando Scianna, Franco Vimercati e Michele Zaza.
VICENZA – Si intitola “Un architetto al tempo di Canova: Alessandro Papafava e la sua raccolta” la mostra che al Palladio Museum (sino al 13 settembre) svela la galleria di disegni di architettura rimasta intatta per più di due secoli, protetta nell’archivio di una nobile famiglia padovana. L’eccezionale raccolta di 49 fogli di vario formato e di stampe di celebri architetti a cavallo tra due secoli – fra cui Giacomo Quarenghi, Giuseppe Camporese e l’inglese Joseph Michael Gandy – venne riunita da Alessandro Papafava, entusiasta appassionato d’arte, quando, rientrato in Italia dopo un periodo trascorso tra Budapest, Dresda, Vienna e Berlino, su consiglio del conterraneo Antonio Canova iniziò a studiare architettura presso l’Accademia di San Luca.
FIRENZE – Per tutto agosto passeggiando per il Giardino di Boboli sarà possibile ammirare “Give” l’ultima creazione di Lorenzo Quinn, artista noto per le sue grandi installazioni di mani. La scultura, in resina e materiale riciclato con una pianta di ulivo, simboleggia il senso del donare senza ricevere ed è un regalo dell’artista alla città di Pietrasanta, dove a settembre sarà installata nel Parco Internazionale di Scultura, parte di un progetto Onu contro il cambiamento climatico.