Esce il 3 maggio “Anni bui – storie sconosciute di uomini in divisa ammazzati dal terrorismo, dal 1956 al 1980″ (Euro 18, Bibliotheka Edizioni), il nuovo libro del giornalista e storico Salvatore Lordi.
Cosa sappiamo dell’Italia segnata dalla ferocia dell’irredentismo sudtirolese che solo negli anni sessanta mise a ferro e a fuoco l’Alto Adige lasciando sul terreno decine di uomini in divisa al confine con l’Austria.
E cosa c’è da scoprire ancora degli anni settanta, gli “anni di piombo”, attraversati dalla lotta armata e dalle stragi impunite.
Forse negli ultimi quarant’anni si è detto tutto, o quasi, di un fenomeno che ha lacerato un Paese portandolo sull’orlo della guerra civile. Si sa poco, anzi nulla di coloro che, indossando una divisa, furono ammazzati dalla violenza politica.
Nella follia di quegli anni, di loro si ricorda a fatica un volto, forse la strada dove trovarono la morte. Bersagli anonimi diventati, nel tempo, meri numeri negli annuari di statistica.
Il libro del giornalista e storico Salvatore Lordi “Anni bui”, edito da Bibliotheka Edizioni, cerca di restituire a quei carabinieri, finanzieri, poliziotti e ai soldati dell’Esercito, i momenti più teneri e intimi vissuti all’interno delle loro famiglie.
“Sono entrato in punta di piedi e con rispetto nelle loro case – scrive Lordi – dove, spesso, il mio sguardo veniva rapito dalle foto del loro caro poggiata su un comò e piano piano, al cospetto di quelle immagini, ho raccolto storie emozionanti di vedove e figli, cercando di far emergere vite straordinarie che, in molti casi, erano state deliberatamente cancellate dai ricordi”.
Un lavoro editoriale lungo e sofferto nato con la consapevolezza di consegnare alla storia del nostro Paese una parte di essa rimasta nascosta, segreta fino ad ora.
Con una prefazione del Magistrato Guido Salvini, “Anni Bui” ospita all’interno le testimonianze dei vertici delle Forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza) e ripercorre 25 anni di storia del terrorismo in Italia letta, per la prima volta, da una un’angolazione differente: dalla parte di un popolo, quello dei famigliari delle vittime che Salvatore Lordi si onora di aver potuto ascoltare.
L’opera, che non pretende di trovare “verità storiografiche” nei confronti del fenomeno terroristico che resta, ad oggi, terreno di confronto tra gli storici, è sicuramente un diario intimo e sconosciuto al nostro Paese dove mogli, figli, fratelli dei tanti poliziotti, carabinieri, finanzieri e ufficiali dell’Esercito ammazzati per mano dei terroristi narrano, con una semplicità disarmante, le loro vite lasciate in sospeso. E sono loro – spiega la quarta di copertina dell’opera – il fulcro di questa triste pagina di storia: i famigliari dei tanti esponenti delle forze dell’ordine a raccontare il frantumarsi delle illusioni e la banalità del male.
Storie mai venute alla luce, pagine delicate di ragazzi normali, normalissimi, con vizi e virtù, e un sano desiderio di vivere la famiglia. C’è chi tratteggia la scena del suo matrimonio, chi una passeggiata al parco; e chi, come i figli, dei regali ricevuti al compleanno o di uno scappellotto per non aver studiato. E’ il romanzo di uno scampolo di vita vissuto accanto a questi uomini mentre sullo sfondo emerge prepotente, una società che non esiste più fatta di un’educazione ferrea e di tanti sacrifici per tirare avanti. Pagine che aprono, per la prima volta, la porta delle loro case rimaste chiuse fino ad oggi e che vivono in questo libro unico nel suo genere.
“La ricerca di Salvatore Lordi – scrive il magistrato Guido Salvini nella prefazione – riempie una pagina vuota della nostra memoria, porta alla luce storie che sinora erano rimaste solo ricordi personali e familiari, a rischio di diradarsi e scomparire. Ma grazie a questo libro, che andrebbe letto anche nelle scuole, non sarà così”.
La democrazia, nel nostro Paese ha resistito, nonostante il terrore, grazie a questi uomini che hanno sacrificato le loro vite per la legalità. E in un periodo di negazionismo strisciante è bene avere memoria e ricordare la loro storia che, prima di terminare sull’asfalto di una anonima strada di città, è stata attraversata da tanto amore.
“Il libro ha il merito di toccare argomenti a me molto cari – commenta il Capo della Polizia al quale torna alla memoria un passo delle Filippiche di Cicerone: “La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi”.
“Pagine che permettono di rendere onore ai nostri Colleghi – sottolinea il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri – e riaffermano l’idea che la memoria alimenta il significato della coesione collettiva e arricchisce la Storia della Nazione”.
“Il merito dell’opera di Salvatore Lordi sta proprio in questo – rileva il Comandante Generale della Guardia di Finanza – : rinnovare la memoria delle vittime del terrorismo alto atesino, ricorrendo ad una tecnica narrativa ricca di testimonianze”.
“Anni bui”, edito da Bibliotheka Edizioni, dal 3 maggio in tutte le librerie e su qualsiasi store online.