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“Nel dibattito sul futuro della Capitale e sulla scelta dei candidati, c’è un grande assente: la legalità”. A sottolinearlo è Maricetta Tirrito, portavoce del Cogi, il Comitato dei collaboratori di Giustizia.
“Si parla giustamente di infrastrutture, di ambiente, di edilizia, di mobilità, ma nei temi proposti dai vari partiti il concetto di legalità è totalmente assente; non si parla di criminalità organizzata, di come essa avveleni il tessuto produttivo di Roma. Eppure nel passato, come nel presente, non mancano i segnali preoccupanti. Dai Municipi sciolti per mafia alla sequela di messaggi mafiosi, sotto forma di improvvisi e ingiustificati fuochi d’artificio, che hanno illuminato le notti romane in tempo di Covid.
Le infiltrazioni criminali nell’imprenditoria sono state più volte evidenziate da operazioni della Guardia di Finanza e non solo, ma anche di contiguità con la politica sono pieni di faldoni di piazzale Clodio.
Ecco perché lancio un appello ai partiti: si torni a parlare di legalità, a mettere la tutela del territorio al centro dell’azione politica. Ne va della qualità della vita delle famiglie, della crescita economia di un territorio.
Al contempo – prosegue Tirrito diventa fondamentale il monitoraggio delle liste che saranno presentate agli elettori; è fondamentale muoversi in una logica di pulizia delle liste, di attenzione ai nomi da proporre, di allontanamento di qualsiasi ombra da chi si candida a gestire i nostri territori, dal Campidoglio ai Municipi. Ora – conclude – è il momento di accendere i riflettori sul tema della legalità, evitando che i programmi basati sull’emergenza offuschino un principio fondamentale: per avere una città libera di svilupparsi, bisogna tagliare i tentacoli delle mafie. Ad ogni livello”.