La capitale apre le porte a Art of Play, la prima mostra immersiva al mondo dedicata all’arte del gioco, un evento che sta già attirando folle di visitatori al Pratibus District, un’ex area industriale trasformata in spazio espositivo. Con 16 installazioni interattive disseminate in un percorso coinvolgente, l’esposizione promette – e mantiene – di risvegliare il bambino che vive in ogni spettatore, offrendo un viaggio sensoriale che intreccia creatività, tecnologia e nostalgia in un contesto magico e suggestivo.
L’allestimento colpisce fin dal primo istante. Luci soffuse e tonalità vivaci accolgono il pubblico, mentre suoni giocosi – dal tintinnio di un carillon al ronzio di schermi digitali – costruiscono un’atmosfera che cattura i sensi. Le installazioni, pensate per adulti e bambini, non si limitano a essere contemplate: invitano a partecipare. Si cammina tra specchi che deformano la realtà in Spectrum, si danza su piattaforme che trasformano i movimenti in esplosioni di colore in Live in Color, si costruiscono piccole meraviglie con mattoncini in Brick World. È un’esperienza dinamica, dove il visitatore diventa co-creatore.
Tra gli spazi più apprezzati spicca la sala dei videogiochi arcade, un omaggio ai classici “cassoni” che negli anni ’80 e ’90 popolavano bar e sale-giochi. Titoli iconici come Pac-Man e Street Fighter tornano in vita, circondati da un allestimento che ricrea con cura maniacale l’atmosfera dell’epoca: luci al neon, pavimenti a scacchi e il suono inconfondibile dei gettoni che cadono. È un ritorno al passato che affascina i nostalgici e incuriosisce le nuove generazioni, unendo epoche diverse sotto il segno del divertimento.
Altro gioiello del percorso è l’Hello Kitty World, un angolo dedicato alla celebre gattina kawaii. Pareti rosa, proiezioni immersive e peluche giganti creano un ambiente che strappa sorrisi ai più piccoli e scalda il cuore degli adulti cresciuti con il mito di Hello Kitty. Adiacente, l’Hello Kitty Café offre una pausa tra tè aromatizzati e dolcetti decorati, un tocco di dolcezza che completa l’esperienza. Non mancano proposte più moderne, come il Karaoke Secret Room, dove i visitatori possono cimentarsi in performance canore, o Rainbowland, un’esplosione di bolle e arcobaleni che incanta i bambini.
L’approccio trasversale è il punto di forza di Art of Play. Famiglie, coppie e curiosi di ogni età si mescolano tra le installazioni, ridendo, fotografando, giocando. Tuttavia, l’affluenza può rendere alcune aree, come il tunnel di luci, meno fruibili nei momenti di punta, e l’assenza di didascalie dettagliate potrebbe lasciare i più analitici con qualche domanda in sospeso. Piccoli nei che non intaccano il fascino complessivo.
Nata da un’idea che celebra il gioco come forma d’arte universale, la mostra si inserisce nel panorama romano con una freschezza insolita, dialogando con una città abituata a raccontare la storia ma meno avvezza a guardare il presente con occhi ludici. Aperta da alcune settimane, Art of Play sta già registrando un successo di pubblico, con biglietti disponibili online e code che si allungano nei fine settimana. Un evento che dimostra una verità semplice ma potente: il gioco non ha età, e la sua magia può ancora sorprendere, anche sotto il cielo di Roma.