Attraverso i miei occhi…il bello, presentazione delle opere di Francesca Ciurleo venerdì 27 a Ponte Milvio.

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Un percorso emotivo tra immagini femminili, natura e personaggi storici dipinti su Pallet quello della talentuosa Francesca Ciurleo, per raccontare le sue emozioni e tutto il bello che la circonda. Un’artista molto interessante la Ciurleo, che si definisce appartenente al figurativo moderno revisionato, giovane e bella e dotata di un vero talento creativo.  Nelle sue opere c’è il percorso della sua vita sempre dedicata all’arte, dalla ricerca di se stessa, l’autostima ritrovata, nell’affrontare la “paura” di esprimermi, fino all’esternazione di tutto ciò che bello la emoziona al punto di voler trasmettere a chiunque guardi le sue opere, lo stesso messaggio. Tecnicamente molto preparata usa colori ad olio, acrilici, fissanti lucidi e coppale.

Per conoscere meglio questa interessante e poliedrica artista le abbiamo chiesto:

Come nasce in te la passione per l’arte? “La passione per l’arte è innata, da quando ero piccola, ogni cosa che guardavo e mi trasmetteva emozione avevo il desiderio e la voglia di riprodurlo su carta o tela”.

Che cosa è per te l’arte? “L’arte per me è voler rappresentare ciò che l’anima vede… tirandone fuori il bello, ognuno a modo suo”.

Da quando dipingi e che cosa ti porta a dipingere? “Dipingo da sempre, in alcuni periodi di più, in altri di meno. Ciò che mi porta a dipingere sono le emozioni del momento, belle e brutte”.

 

Che cosa esprimi attraverso i tuoi quadri? “Vorrei trasmettere Emozioni

A quale pittore ti sei ispirata o da chi prendi spunto? Amo molto la pittura del 500/600, in particolare Caravaggio, che considero il massimo artista dalle immagini contrastanti forti, ricche di espressività… Mi piace molto anche Tamara de Lempicka e a volte tendo a prenderla come riferimento nel suo stile un po’ ambiguo”.

Quali sono i tuoi soggetti preferiti e perchè? “I miei soggetti preferiti sono particolari di donne, ma anche volti, fiori e paesaggi”.

Molte immagini femminili nelle tue tele, perchè? “Le immagini femminili nascono da una voglia di riemergere come Donna… infatti quelli più significativi x me, hanno colori freddi, quasi a voler rappresentare il momento in cui mi sentivo “intrappolata” nella mia femminilità, e avevo paura ad esprimermi come tale”.

Bancali dipinti, Pallet con i volti dei personaggi tra storia e cinema, come nasce questa idea? “L’idea dei bancali nasce x caso, ne avevo una decina presi x il giardino, e, mentre pensavo a qualcosa di diverso da creare, ho immaginato volti di personaggi che hanno comunque lasciato un segno, e, quale posto più interessante di un bancale fatto appunto di legno, parte di un elemento naturale che vive per  secoli!

Molte delle tue tele in bianco e nero ma poi in una seconda fase sono arrivati i colori…che cosa è accaduto? Ho ripreso a dipingere qualcosa durante la fase iniziale della separazione con il mio ex marito, ma l’ispirazione e la passione vera e propria, è esplosa quando ho conosciuto una persona, era come se avesse “toccato dei tasti emozionali” che non riuscivo a gestire, se non trasportando e gettandoli su tela… più era grande l’emozione, più dovevo ingrandire, arricchire il contenuto con colori”.

Quanto di te e del tuo percorso di vita c’è nelle tue opere? Nelle mie opere c’è il percorso di tutto il “secondo tempo” della mia vita. Dalla ricerca di me stessa, della mia autostima, all’affrontare la “paura” di esprimermi, riacquistando finalmente coraggio… fino all’esternazione di tutto ciò che vedevo di bello, emozionante, a tal punto di voler trasmettere a chiunque guardasse un mio dipinto, lo stesso messaggio”.

A quale quadro sei particolarmente legata e perchè? Sono particolarmente legata al dipinto Desiderio. Opera che raffigura parte di una donna distesa, con il dito indice sulle labbra ad indicare il silenzio. Questo dipinto è fatto con colori ad olio, ne ho utilizzati solo due, il blu ed il bianco. Colori freddi per una donna sensuale, ma ancora acerba per essere pronta ad accogliere qualcuno. Mentre lo realizzavo, piangevo è stato quasi un “parto” di dolore. Il protagonista del mio pianto, è appunto colui che prima ha “toccato i tasti” ma poi, improvvisamente è sparito”.