Aumentano marchi a tutela food Made in Italy, 44 al giorno

Mozzarella di bufala campana dop. L'agroalimentare Made in Italy rischia di pagare un conto salatissimo, circa un miliardo di euro, dopo il verdetto del Wto che ha ufficializzato l'entità delle compensazioni che gli americani potranno chiedere all'Ue per gli aiuti illegali a Airbus: 7,5 miliardi. La lista dei prodotti interessati dalle misure ritorsive - che potrebbero arrivare ad aumenti tariffari anche del 100 per cento - non è stata definita oggi. Tra una decina di giorni la commissione statunitense Dsd dovrebbe esprimersi su come rastrellare questi 7,5 miliardi, ma a tremare sono i produttori dei simboli della tavola italiana, le cui esportazioni negli Usa valgono 4,2 miliardi euro. ANSA
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Viaggia a un ritmo di 44 marchi depositati al giorno l’arte di inventare nel mondo del food, ovvero dell’alimentare Made in Italy: secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi su dati del ministero dello Sviluppo economico (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) i marchi a tutela del food sono infatti quasi 8 mila nei primi sei mesi del 2019 per una cadenza appunto di 44 depositi giornalieri.

I marchi a tutela dalla contraffazione riguardano varie categorie del settore alimentare e vanno dai formaggi al riso, dalla frutta fresca alle bevande e ai vini. Si tutelano soprattutto caffè, tè, pane, pasta, gelati, miele (oltre 2 mila i marchi depositati), seguono carne, pesce, olio, uova e latticini con 1.791 (+5,5% rispetto allo stesso periodo del 2018) e bevande alcoliche con 1.681 (+3,4%). L’incremento generale è di un +4,5% in due anni nel settore agroalimentare e delle bevande. Milano, sulla base dei dati rilasciati, è la capitale dell’innovazione nel food con oltre 400 brevetti concessi (sui depositi fino al 2015), seguita da Bologna, Torino e Roma con quasi 200. Superano i 100 anche Padova, Verona e Vicenza. Le invenzioni tutelate nei settori del food vanno dall’apparecchio scuotitore per la raccolta della frutta dagli alberi a quello per la pulitura delle croste di formaggio, dal procedimento per la coltivazione delle alghe alle schiume alimentari aromatizzate. Non mancano invenzioni riguardanti la macchina per pulire angurie e zucche e la spiedinatrice per produrre spiedini rustici a ciclo continuo.

Ci sono anche il processo per la concentrazione del succo di melograno, la bevanda alcolica alla cannella, il dispositivo per la conservazione del vino in bottiglia e quello per i tartufi freschi. Le invenzioni dedicate al settore agroalimentare e delle bevande in Italia sono circa 500 all’anno, oltre 5 mila in dieci anni. Nei primi sei mesi del 2019 se ne contano invece circa 200. Riguardano soprattutto l’agricoltura, l’allevamento e la pesca (circa 4 mila), i procedimenti e apparecchi per la cottura (quasi 700), la lavorazione delle carni e del pesce, gli alimenti conservati, il vino e le bevande alcoliche (ognuno con 200 invenzioni circa). Il 28 ottobre a Lodi, per garantire una corretta informazione e permettere di conoscere le forme di tutela più efficaci, è previsto un convegno su agroalimentare e contraffazione presso la Camera di commercio.

“Nel nostro settore, negli ultimi anni – spiega Giovanni Benedetti, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e direttore di Coldiretti Lombardia – si è riscontrato un forte aumento di prodotti colpiti dal mercato della contraffazione, che danneggia i produttori nazionali, basti pensare che è salito ad oltre 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo con un incremento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio”. Da qui la necessità di incrementare i marchi a tutela dei prodotti food nazionali.