Undici opere di Nanni Balestrini, realizzate tra il 1965 e il 2004, saranno esposte, a pochi giorni dalla sua morte, avvenuta il 20 maggio, nella mostra ‘Vogliamo tutto’ che si inaugura il 29 maggio a Visionarea Art Space, al secondo piano dell’Auditorium Conciliazione di Roma. L’esposizione, che prende il titolo da uno dei romanzi piu’ famosi dello scrittore, poeta, saggista e artista che ha fatto in tempo a selezionare questi collage e lavori su tela e su tavola, e’ curata da Luigi De Ambrogi in collaborazione con la Galleria Emilio Mazzoli di Modena. L’ingresso e’ gratuito e le opere si potranno vedere fino al 2 settembre 2019.
L’arte e’ rivoluzione, rottura degli schemi, sembrano affermare le opere di Balestrini, che non accettano di restare imbrigliate nei confini tradizionali del sistema dell’arte e anzi ne affermano il totale superamento. Nanni Balestrini, sottolinea Achille Bonito Oliva citando Martin Heidegger come emblema filosofico dello scrittore e artista, “individua la possibilita’ di fondare un luogo dell’arte non circoscritto ai generi tradizionali, non ancorato al semplice riferimento della poesia, pittura, della scultura, del disegno e della pura architettura. In questo caso l’opera non e’ il frutto di uno sconfinamento o di un intreccio linguistico, bensi’ il risultato di una fondazione di un diverso spazio estetico, in cui non contano soltanto i singoli lacerti linguistici”.
Balestrini, poeta dei ‘Novissimi’ negli anni ’60 e direttore della rivista ‘Quindici’ del Gruppo 63, di cui fu tra i fondatori, “e’ stato incontrovertibilmente uno degli intellettuali piu’ importanti del periodo delle contestazioni sociali e delle battaglie politiche degli anni Sessanta: poeta, scrittore, saggista e infine anche artista, ha dato vita ad una produzione culturale variegata, dal piglio sempre sperimentale e spesso impegnata politicamente” ha commentato Emmanuele F.M. Emanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale che sostiene attraverso la Fondazione Cultura e Arte il progetto Visionarea Art Space. “Balestrini e’ stato, a mio parere – continua Emanuele – uno dei piu’ energici e provocatori ‘artisti totali’ del secondo Novecento, cantore di un’epoca che ha cambiato radicalmente non soltanto l’arte, ma anche la nostra societa’”. Come dice Andrea Cortellessa, “quelle immagini del ‘presente’ degli anni Sessanta, o Settanta, o anche solo di una settimana fa, oggi ci restituiscono il nostro passato. Il reporter si scopre cosi’ storico, anzi historicus: esattamente come e’ capitato al narratore di Vogliamo tutto, o della Violenza illustrata. Il tempo dell’artista e’ sempre un altro, diverso da quello che crediamo di conoscere, sempre out of joint: e cosi’ ci mostra – con la durezza stoica di un sommergibilista in missione – che, a dispetto dell’ideologia che descrive il presente in cui viviamo come l’unico a nostra disposizione, ce n’e’ sempre un altro possibile”.