Tra la polvere e le urla delle tribune, corrono le bighe in pista. Il tifo è forsennato. E l’imperatore attento. Poco più in là, le antiche tabernae brulicano di vita e commerci, con le migliori carni della città e i tessuti preziosi per gli abiti delle matrone. Ma anche il cambio valute per tentare la fortuna con una scommessa su un buon cavallo o il lupanare dove trovare dolce compagnia. Il Circo Massimo, il più grande edificio per lo spettacolo dell’antichità, si mostra come mai prima con il Circo Maximo Experience, progetto all’avanguardia di tecnologia interattiva, tra realtà virtuale e aumentata, primo al mondo in un’area all’aperto di così ampie dimensioni.
Un’avventura, promossa da Roma Capitale, organizzata da Zetema Progetto Cultura e realizzata da GS NET Italia e Inglobe Technologies, che, ricorda il vicesindaco Luca Bergamo, “si aggiunge a quelli già all’Ara Pacis, Caracalla e alle Terme di Diocleziano” per un nuovo modo di fruire le antichità che “incrocia competenze così diverse”, dal rigore scientifico degli storici e archeologi della Soprintendenza Capitolina alle più avanzate tecnologie interattive, “in una sfida non così scontata”. Tutto eccezionalmente fruibile nelle diverse ore del giorno e non al buio, in uno spazio ancor oggi da record, con i suoi 600 metri di lunghezza e 140 di larghezza.
“Da un lato all’altro qui è come dalla Curva Nord alla Sud – dice Bergamo – E per lunghezza di campi da calcio dello Stadio Olimpico ce ne entrano sei”. “Il risultato – racconta la sovrintendente Maria Vittoria Marini Clarelli – è un coinvolgimento emotivo non lontano da quello che si può vivere oggi davanti a un vero evento sportivo”. Ma non solo, perché l’experience, in 8 tappe da percorrere in 40 minuti con visori di ultima generazione (Zeiss VR One Plus accoppiati a smartphone di tipo iPhone e cuffie stereofoniche), del Circo Massimo ripercorre tutte le sette fasi storiche.
Guidati dalle voci narranti di Claudio Santamaria e Iaia Forte nella versione italiana (il percorso è disponibile anche in inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo), si parte dalle origini con i primi insediamenti della Valle Murcia, da sempre luogo di molti culti come la dea Cerere e il dio Consus. Si prosegue poi tra le trasformazioni volute da Giulio Cesare e Augusto, che per la prima volta immaginarono il monumento separato dagli altri edifici. Quindi l’apice dello splendore nell’età imperiale, quando il Circo, emblema della grandezza di Roma, ospitava le corse dei carri, ma anche le battute di caccia con animali esotici. Per poi attraversare l’oblio del Medioevo e la costruzione della Torre della Moletta. In tutto più di 1800 elementi in 3D realizzati, più di 2 miliardi di poligoni gestiti, 8 colonne sonore originali e 3 versioni del Circo modellate. E infinite sorprese, anche per chi al Circo Massimo è già venuto innumerevoli volte. Come lo stupore davanti all’imponente Arco di Tito alto venti metri, riprodotto virtualmente in scala reale. O la trovata del Partito Nazionale Fascista, che dal 1936 trasformò la pista persino in stabilimento balneare, con tanto di piscine.