“In due settimane ha piovuto come in quasi un anno, un fenomeno di questa portata non si era mai visto nel nostro Paese”, dice Stefano Bonaccini L’alluvione in Emilia-Romagna ha fatto danni almeno “per qualche miliardo di euro”. A dirlo è il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ospite in videocollegamento con Agorà. “Saranno danni per qualche miliardo di euro- calcola Bonaccini- i 30 milioni stanziati dal Governo sono i benvenuti e ringrazio per averli messi immediatamente a disposizione. Ma qui parliamo di un miliardo di euro di danni solo per la tragedia del 2 e 3 maggio, quando in 36 ore è caduta l’acqua di quattro mesi. Ieri e ieri l’altro in 36 ore è caduta l’acqua di sei mesi. Quando in due settimane piove come quasi un anno c’è poco da fare. Un fenomeno di questa portata non si era mai visto nel nostro Paese“. Il danno, continua il presidente, “è stato anche superiore a quello che si prevedeva. Per fortuna abbiamo emesso l’allerta rossa 24 ore prima altrimenti sarebbe stata una tragedia immane ancora più drammatica”.
“CI SONO DA SISTEMARE CENTINAIA DI STRADE, CITTADINI, ATTIVITÀ”
Per risollevarsi servirà dunque “un lavoro immane- afferma Bonaccini- ci sono centinaia di strade da ripristinare, c’è da compensare imprese e cittadini colpiti, e poi ripartire con le attività“. Per questo il presidente della Regione ribadisce al Governo la necessità di “tante risorse e di norme speditive. C’è bisogno di un commissario straordinario nominato al più presto, di adempimenti per le imprese e i lavoratori per prorogare scadenze, mutui e rate, di misure che mettano al riparo chi perderà per un po’ di tempo il lavoro. Abbiamo bisogno di tanti investimenti da fare e noi ci attiveremo subito per chiedere anche il contributo straordinario di solidarietà all’Europa, che ci portò alcune centinaia di milioni di euro dopo il terremoto”.
“NESSUNO SARÀ LASCIATO SOLO”
Bonaccini quindi assicura: “Nessuno sarà lasciato solo, come abbiamo fatto per il terremoto“. Dopo le scosse del 20 e 29 maggio 2012 “abbiamo ricostruito praticamente tutto- afferma il presidente, che fino a fine anno è ancora commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma- dopo 11 anni purtroppo ci tocca un altro terremoto. Ricostruiremo tutto. Purtroppo abbiamo una grande esperienza, purtroppo. Siamo feriti, siamo colpiti, ma non ho dubbi che l’Emilia-Romagna si rialzerà in piedi ancora una volta”.
PROVINCIA RIMINI CONTA “DANNI ENORMI”: MA CI RISOLLEVEREMO
“Anche questa volta ci risolleveremo“. Non ha dubbi il sindaco di Rimini, e presidente della Provincia, Jamil Sadegholvaad, della capacità di ripartire di una Romagna profondamente colpita dall’emergenza maltempo. “Stiamo lavorando e continueremo a farlo per fronteggiare le pesantissime, drammatiche conseguenze sociali ed economiche di questo evento meteorologico di eccezionale portata“, rassicura i colleghi del territorio, ringraziando “tutti per l’enorme lavoro svolto e che si sta in queste ore ancora compiendo”.
Sadegholvaad si sente “vicino” alle popolazioni e ai colleghi di Forlì-Cesena e di Ravenna che “hanno registrato anche dei lutti“. Il quadro dei danni materiali per la provincia di Rimini è in corso e sarà “chiaro nei prossimi giorni”, ma di certo sono “danni enormi”. Una decina di strade provinciale sono state chiuse al traffico senza dimenticare gli interventi minori. Insomma, “sappiamo già che saranno necessarie ingenti e urgenti risorse, prima per le emergenze e poi per gli interventi strutturali, importi che solo governo e Regione possono assicurare”. Si attende dunque il Consiglio dei ministri di martedì prossimo per la dichiarazione dello stato di calamità naturale e intanto, conclude Sadegholvaad, “ci rendiamo disponibili a supportare i Comuni del nostro territorio con tutte le nostre forze in campo e proseguendo il lavoro di stretto coordinamento al tavolo istituito dalla Prefettura”. La priorità è “fronteggiare concretamente il rischio di dissesto idrogeologico” con una pianificazione territoriale “rispettosa” del territorio, una manutenzione “capillare” e con “l’indispensabile, e strettamente connesso, snellimento delle procedure”. E per farlo servono “fondi nazionali e anche europei specifici e per questo bisogna che la messa in sicurezza dei territori divenga, da subito, priorità assoluta dello Stato”.
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