di Patrizia Vacalebri L’iconica Baguette bag di Fendi mostrata da Sarah Jessica Parker in una delle scene più popolari di Sex and the City. La valigetta rossa che conteneva i dispacci di Winston Churchill. La custodia della maschera anti-gas appartenuta alla Regina Maria durante la Seconda Guerra Mondiale. La borsetta Asprey grigia di Margaret Thatcher che ha rappresentato la sua armatura, determinante nel costituire l’immagine della Lady di Ferro. Saranno questi alcuni tra i “pezzi forti” della grande mostra sulle borse ospitata dal Victoria & Albert Museum, intitolata “Bags: Inside Out”, in programma dal 25 aprile al 31 gennaio 2021 a Londra. Si tratta della più completa esposizione mai fatta nel Regno Unito sulla borsa, dai modelli più venduti delle grandi griffe alle valigette per dispacci, dai beauty-case agli zaini militari, la mostra esplora la durevole fascinazione per la borsa. Attraverso l’esposizione di design innovativi, da Mulberry a Karl Lagerfeld, dall’ heritage di Hermès fino allo streetwear di Off-White, oltre a uno sguardo all’interno del mondo della fabbrica e dell’atelier. Con circa 300 pezzi, da piccole borsette tenute sulla punta di un dito fino a lussuosi bauli di viaggio, la mostra tematica esplorerà la storia di questi oggetti del desiderio, in un arco temporale che va dal XVI secolo fino ad oggi.
La prima sezione sulla Funzione (Function) esamina le borse nella veste di oggetti pratici realizzati per custodire i nostri effetti personali. Tra gli articoli rari figurano una grande borsa ricamata usata per contenere la matrice d’argento del Grande Sigillo d’Inghilterra di Elisabetta I e la valigia porta-documenti di Vivien Leigh. Un baule Louis Vuitton risalente ai primi anni del XX secolo, un tempo appartenuto a Emilie Grigsby, un’esponente dell’alta società americana, dopo un lungo restauro ha rivelato la storia nascosta dei suoi viaggi sui grandi transatlantici mondiali. Intitolata Status e identità, la seconda delle tre sezioni della mostra guarda al ruolo centrale rivestito dalla borsa tra le celebrità. Attraverso una Kelly di Hermès, così chiamata in onore di Grace Kelly, e la borsa Lady Dior, denominata così in omaggio alla Principessa Diana, la mostra esplora l’influente mondo delle celebrities. Alimentando il fenomeno delle It bag cominciato tra la fine degli anni 1990 e l’inizio degli anni 2000, le celebrità hanno aiutato a incrementare le vendite delle borse di lusso fino a farle raggiungere lo stato di icone. Tra gli esempi una borsa Monogram Miroir Speedy di Marc Jacobs, resa popolare da Paris Hilton e Kim Kardashian. Altro spazio all’utilizzo di borse come tele bianche per diffondere slogan, dichiarazioni e messaggi politici, assieme al loro ruolo di piattaforma per condividere idee e convinzioni, sarà rappresentato attraverso esempi come la borsa di tela I am Not a Plastic Bag, di Anya Hindmarch e la borsa My Body My Business dell’artista-attivista Michele Pred. La sezione finale guarderà al processo di design Design and Making dal bozzetto al campione, dalla cucitura alla vendita. Un tavolo di lavoro permetterà ai visitatori di scoprire da vicino il processo di realizzazione delle borse e i materiali utilizzati, con l’ausilio d’interviste con designers. Schizzi, campioni, prototipi da case di moda e dal marchio inglese Mulberry mostreranno le prime fasi del processo del design. Uno sguardo al lavoro specializzato del dare forma alle borse presenterà esempi di alto artigianato, tra cui una borsa a forma di cuore con filigrana di argento del XVII secolo, un marsupio a maglia metallica di Paco Rabanne e un astuccio per lettere del XVII secolo decorato con ricamo di paglia. Infine le collaborazioni artistiche e l’influenza dell’arte. Una borsa del XVII secolo a forma di rana, la borsa di Thom Browne che ricalca la forma del suo cane Hector e una Chanel disegnata da Lagerfeld ispirata a un cartone per il latte, esploreranno il surrealismo e lo stile pop evocati da questi accessori. Infine uno sguardo al lavoro dei designers impegnati a sperimentare materiali innovativi ed eco-sostenibili, tra cui spicca lo zainetto di Stella McCartney ricavato dal riciclaggio di rifiuti di plastica provenienti dall’oceano.
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