Buche a Roma, passi in avanti nei processi in corso in tribunale

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La battaglia contro le buche stradali tiene banco nella capitale.
In questi giorni è cominciata, con l’audizione dei testimoni, la fase
preliminare del processo per la morte di Matteo Giovannetti, avvenuta
nel 2012 a causa di una buca killer sulla Cristoforo Colombo, arteria di
collegamento del cuore urbano di Roma. I funzionari del Simu e i
responsabili della ditta di manutenzione saranno giudicati in sede
civile.

Una problematica che l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della
Strada ODV, presieduta da Alberto Pallotti, aveva già affrontato nella
capitale l’8 novembre del 2018, quando incontrò, insieme ad altre
associazioni di settore, l’assessore alla “Città in Movimento di Roma
Capitale”, Linda Meleo.

“Siamo stati tra i primi a porre in auge la problematica della sicurezza
stradale nella città di Roma, portando, in sede istituzionale, le nostre
testimonianze – afferma Biagio Ciaramella, responsabile, all’epoca,
della sede di Aversa e dell’Agro Aversano dell’A.I.F.V.S. ODV ed attuale
vicepresidente -. La nostra battaglia ha portato a dei risultati
importanti, ma è necessario che gli organi di controllo siano più
presenti. Non basta un appalto per tutelare gli utenti della strada, è
necessario che le ditte e le relative subappaltanti siano monitorate e
che la condizione manutentiva del manto stradale migliori di
conseguenza. Ne è una prova evidente processo per la morte di mio figlio
Luigi, avvenuta sulla strada Ischitella Madonna del Pantano il 31 luglio
del 2008, che è giunto al sesto anno di svolgimento e vede ben 5
imputati componenti degli enti preposti alla sicurezza e manutenzione.
Le responsabilità della sorveglianza devono essere dirette ed indubbie.
In tutti i processi dove sono state definite fatali le concause, sono
stati dichiarati come responsabili sia la ditta appaltante che i tecnici
dei comuni di pertinenza. Vogliamo che si prenda atto di ciò che sta
avvenendo sul territorio e che seguano questa scia tutte le Procure
d’Italia. Siamo pronti a raccogliere le segnalazioni dei cittadini,
tramite il nostro servizio S.O.S. buche (al seguente recapito
330443441), ed a costituirci parte civile nei processi di omicidio
stradale dovuti a negligenza degli enti competenti. Il nostro team di
avvocati è costantemente al fianco delle vittime e pronto – conclude – a
garantire tutta la disponibilità di cui si necessita”.

L’avvocato dell’associazione, Walter Rapattoni sulla questione afferma:
“C’è una responsabilità diretta dei comuni e degli enti in quanto non è
curata la manutenzione dell’asfalto e della segnaletica. Sono fattori
che possono indurre, come nel processo di Napoli Nord, la contestazione
da parte della Procura della Repubblica del reato di omicidio stradale”.