Calcio, addio alla Nazionale: Roberto Mancini si è dimesso

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Lo ha reso noto la Figc. Solo pochi giorni fa a Mancini era stato affidato il ruolo di coordinatore delle Nazionali azzurre.La Federazione Italiana Giuoco Calcio comunica di aver preso atto delle dimissioni di Roberto Mancini dalla carica di Commissario Tecnico della Nazionale italiana, ricevute ieri nella tarda serata.

Dalla Figc poche righe per confermare una indiscrezione che si era diffusa rapidamente. “Si conclude, quindi, una significativa pagina di storia degli Azzurri, iniziata nel maggio 2018 e conclusa con le Finali di Nations League 2023; in mezzo, la vittoria a Euro 2020, un trionfo conquistato da un gruppo nel quale tutti i singoli hanno saputo diventare squadra”, scrive la Federazione. Solo pochi giorni fa a Mancini era stato affidato il ruolo di coordinatore delle Nazionali azzurre.

DIMISSIONI SHOCK, L’ADDIO A SORPRESA DI MANCINI DOPO LA RIVOLUZIONE

Un fulmine a ciel sereno, una decisione maturata apparentemente in pochi giorni secondo le ricostruzioni che, con il passare dei minuti, cercano di fare luce su retroscena e motivazioni. Perché Roberto Mancini si è dimesso? Solo il 4 agosto scorso la Figc aveva annunciato la ristrutturazione azzurra con la definizione del nuovo progetto tecnico del Club Italia: al Ct Mancini, campione d’Europa in carica, veniva affidato il coordinamento generale dalla Nazionale A fino all’Under 20. Contemporaneamente veniva definito il nuovo assetto delle Nazionali Maschili, dalla A all’Under 15, spiegava la Federcalcio, “sulla base di una proposta tecnica” dello stesso Mancini con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio calcistico italiano. Un movimento di pedine e un effetto domino che, riletto con il senno di poi, potrebbe aver creato qualche malumore. I responsabili incaricati potrebbero non aver trovato la condivisione di Mancini che, soprattutto, non avrebbe digerito alcuni cambiamenti in particolare: l’addio di Alberico Evani al Club Italia, lo stop al ruolo sul campo di Giulio Nuciari (passato a comporre con Venturin il team degli osservatori), lo spostamento di Attilio Lombardo all’Under 20. Dei 4 assistenti del Ct era stato confermato soltanto Fausto Salsano, al quale erano stati affiancati Alberto Bollini (vice), Andrea Barzagli e Antonio Gagliardi. La rivoluzione si era poi compiuta con l’arrivo di Gianluigi Buffon come capodelegazione della Nazionale, ruolo che fu di Gianluca Vialli.

Quello che sembrava un totale affidamento di strutture – con carta bianca – evidentemente non è bastato. In mezzo a tutti questi movimenti qualcosa deve essersi rotto e non ha trovato soluzione, verosimilmente costringendo Mancini a comunicare le sue dimissioni al presidente Figc, Gabriele Gravina.
Ciò che è certo è si chiude una storia lunga oltre 4 anni, iniziata il 14 maggio del 2018. Mancini fu chiamato sulla panchina azzurra dopo la gestione di Gian Piero Ventura per risollevare le sorti della Nazionale dopo la clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. Sotto la guida di ‘Mancio’ gli Azzurri hanno infatti ottenuto la qualificazione agli Europei del 2020 (poi rinviati al 2021 per effetto della pandemia), fino al trionfo continentale nella notte di Wembley, l’11 luglio di due anni fa. I rigori decisivi, l’Inghilterra sconfitta in casa, l’abbraccio fraterno e le lacrime con Vialli.

La parabola della gestione Mancini inizia poi lentamente la discesa. Il 6 ottobre 2021 arriva la sconfitta contro la Spagna nelle semifinali di Nations League (anche se poi si piazzerà al terzo posto l’anno successivo nella stessa competizione), fino al punto più basso: i pareggi contro Svizzera e Irlanda del Nord nel cammino di qualificazione ai Mondiali 2022, l’incubo dei playoff, la sconfitta contro la Macedonia del Nord che costa il biglietto per il Qatar. Seconda mancata qualificazione consecutiva a un Mondiale. Poi nessun altro scossone, a parte un piccato comunicato della Figc che nel giugno scorso smentiva i contatti tra Mancini e il Napoli campione d’Italia. “Nessuna telefonata di De Laurentiis, abbiamo sentito in proposito il commissario tecnico che ha un contratto in azzurro fino al 2026”, fece sapere la Federcalcio. Appena due mesi dopo ecco il vero addio di Mancini, che si compie quando la Nazionale in chiave Europei 2024 è attesa da due match fondamentali: chi ci sarà in panchina il 10 e il 12 settembre contro la Macedonia del Nord e l’Ucraina? La Federcalcio ha assicurato un nuovo Commissario tecnico nei prossimi giorni, proprio in considerazione dei tempi stretti. Luciano Spalletti, Antonio Conte e Massimiliano Allegri i nomi più accreditati.

Marchigiano, nato a Jesi nel 1964, Roberto Mancini ha portato la Nazionale di calcio a trionfare agli Europei 2020. Nella carriera da calciatore, ha vestito la maglia di Bologna, Sampdoria e Lazio, con una parentesi finale nel Leicester City. Ha giocato anche nella Nazionale: per lui 36 presenze e 4 reti.

Da allenatore, ha debuttato con la Fiorentina, per poi approdare a panchine più fortunate: Lazio, Inter, Manchester City, Galatasary e Zenit San Pietroburgo. Guidava gli Azzurri dal 2018.

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