Focolaio nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso. Sembra che il Covid-19 abbia
coinvolto diciotto detenuti reclusi nella sezione di alta sicurezza. Trattasi
paradossalmente di un focolaio di importazione, a seguito del trasferimento a
Roma di un gruppo di detenuti dal carcere di Sulmona, dove da settimane era in
atto un focolaio assai esteso.
A darne notizia è Aldo Di Giacomo segretario generale del sindacato di Polizia
Penitenziaria S.PP.: “Quanto accaduto testimonia ciò che da tempo ribadisco che
si sostanzia nella necessità di dare priorità vaccinale a quanti vivono e lavorano
nelle carceri: detenuti, Poliziotti Penitenziari, personale medico-sanitario e
operatori vari. E’ opportuno riconoscere i rischi connessi a tale comunità alla luce
anche del sovraffollamento. Bisogna tener presente inoltre che coloro che
lavorano nelle carceri o che svolgono servizi e mansioni a qualsivoglia titolo (es.
volontari), potrebbero a ragion di logica essere untori all’interno e all’esterno delle
mura. L’Amministrazione non deve ancora sottovalutare l’emergenza e mal
gestirla. Nel caso di Rebibbia è necessario effettuare tamponi a tappeto e ripeterli
a distanza.
CARCERI DI GIACOMO: FOCOLAIO DI IMPORTAZIONE NELLA SEZIONE DI ALTA SICUREZZA DEL CARCERE DI REBIBBIA NUOVO COMPLESSO. NECESSARIA LA PRIORITA’ VACCINALE ED OPPORTUNI TAMPONI A TAPPETO.
- Pubblicità -