Il congedo parentale retribuito all’80% è un’importante misura prevista dalla legge di Bilancio 2023 che dovrebbe rappresentare un aiuto concreto per tutti i neo genitori. Il problema è che manca un atto ufficiale da parte di chi questo congedo dovrebbe erogarlo ovvero l’INPS.
Come spiega Alessandro Cardinale, sindacalista della UGL – Sicurezza Civile, “l’ultima volta che INPS ha menzionato questa nuova tutela a sostegno della genitorialità, l’ha fatto con la circolare del 16 gennaio 2023 che in realtà si limitava ad illustrare a grandi linee alcune novità, previste per quest’anno, volte a sostenere il reddito delle famiglie e prometteva una specifica successiva circolare”
Ad oggi – continua il sindacalista – “siamo ancora in attesa di un atto ufficiale da parte dell’ente previdenziale che vada a specificare le modalità di richiesta e di fruizione del congedo e non sappiamo ancora se verrà considerato retroattivo, per chi ha usufruito del congedo ordinario, oppure se sarà possibile ottenere il pagamento nella misura dell’80% solamente a partire dal momento in cui uscirà la circolare dell’INPS.
Al momento sappiamo relativamente poco, ossia, che il periodo di congedo retribuito all’80%, sarà valido entro i sei anni di vita del figlio nella misura massima di un mese e dovrà essere fruito in alternativa tra i genitori che hanno terminato il proprio periodo di congedo obbligatorio, di maternità o paternità, dopo il 31 dicembre 2022.
Dunque, non è previsto questo aiuto ulteriore per chi è diventato genitore negli scorsi anni ma come sindacato chiediamo a gran voce che l’INPS vada quanto prima a regolamentare questa nuova forma di aiuto ai nuovi genitori poiché, soprattutto le categorie di lavoratori a basso reddito, spesso non possono permettersi di usufruire del congedo parentale ordinario che ricordiamo essere retribuito solamente con il 30% della normale retribuzione”.