Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del 53° anniversario della morte di Robert Francis Kennedy, chiamato Bob, avvenuta a Los Angeles il 6 giugno del 1968, intende ricordarne la straordinaria attività politica caratterizzata da uno spiccato impegno sociale. Bob Kennedy apparteneva alla parte fortunata della società: bianco, ricco, americano, colto. Eppure egli osò guardare oltre i propri privilegi determinati dal suo stato ed ebbe una visione così ampia e illuminata da comprendere che una società prospera ed evoluta può essere determinata soltanto dall’abbattimento di ogni forma di sopruso e pregiudizio nei confronti della diversità. Egli seppe anche ricredersi sull’intervento statunitense in Vietnam; ma principalmente fu un alfiere della legalità e dei diritti civili in tutto il mondo. Fu capace di contenere lo sdegno collettivo della comunità nera in seguito all’assassinio di Martin Luther King con parole che esprimevano un’autentica solidarietà nei confronti della causa degli afro americani, ma che manifestavano anche calma, determinazione, mai arrendevolezza, verso un obiettivo da raggiungere al più presto possibile: l’uguaglianza reale e legale di tutti gli esseri umani. È importante che le leggi sanciscano l’uguaglianza tra tutti gli individui; ma solo quando essa sarà scolpita nella coscienza collettiva si potrà dire di aver vinto la più grande battaglia dell’umanità. Pensando ai nobili principi che ispiravano negli anni ‘60 uno dei più grandi politici e statisti del Novecento, l’amarezza prevale quando leggiamo la notizia della recente scomparsa del giovane Seid Visin, un ragazzo pieno di vita, animato da tanti interessi, che decide di privarsi della propria vita perché circondato da un muro invisibile fatto di xenofobia, indifferenza, diffidenza, derisione. Bob Kennedy avrebbe sicuramente espresso tutto il suo dispiacere e la sua sorpresa per una giovane vita stroncata nel 2021 dall’ignoranza, dalla freddezza, dal razzismo, dall’ignoranza di una società chiusa composta da persone fintamente evolute ma molto piccole di cuore e di testa.
“Non è la fine della violenza. Non è la fine del rifiuto della legge. Non è la fine del disordine. Ma la grande maggioranza dei bianchi in questo paese e la grande maggioranza dei neri in questo paese vuole vivere insieme, vuole migliorare la qualità della nostra vita, e vuole giustizia per tutti gli esseri umani che dimorano nella nostra terra.
Dedichiamoci dunque a ciò che i greci definirono così tanti anni fa: a domare la barbarie dell’uomo e rendere gentile la vita di questo mondo.” (Robert Kennedy, annuncio della morte del reverendo Martin Luther King, Indianapolis, 4 aprile 1968)
Il CNDDU crede fermamente nella possibilità di poter operare un cambiamento sulla mentalità delle persone attraverso l’istruzione e l’educazione; per tale ragione, come sosteneva Kennedy non dovranno essere più giustificate forme di scherno e prevaricazione nei confronti di chi si reputa “diverso”. Soprattutto nei social media l’odio sociale intriso di violenza verbale, omofobia, sessismo, razzismo ha raggiunto esiti sproporzionati e inammissibili. A tal proposito le parole del senatore americano risultano particolarmente attuali.
“Eppure sembra che tolleriamo un crescente livello di violenza che ignora l’umanità che ci accomuna e le nostre pretese di civiltà. Troppo spesso rendiamo onore alla spavalderia, alla prepotenza e a chi esercita la forza. Troppo spesso scusiamo coloro che costruiscono la propria vita sui sogni infranti di altri esseri umani. Ma è una cosa chiara, la violenza genera violenza, la repressione genera rappresaglia e soltanto la pulizia di tutta la nostra società potrà estirpare questo male dalla nostra anima. Quando si insegna un uomo a odiare, ad avere paura del proprio fratello, quando si insegna che un uomo ha meno valore a causa del colore della sua pelle o delle sue idee o della politica che segue, quando si insegna che chi è diverso da te minaccia la tua libertà o il tuo lavoro o la tua casa o la tua famiglia, allora si impara ad affrontare l’altro non come un compatriota ma come un nemico, da trattare non con la collaborazione ma con la conquista.” (Robert Kennedy)
Il CNDDU propone agli studenti delle scuole di primo e secondo grado una lettura incrociata dei discorsi di Robert Kennedy e della lettera di addio del giovane Seid Visin, onde coglierne gli aspetti più significativi per poterne poi discutere in classe attraverso anche progetti grafici, componimenti, poesie o elaborati multimediali. Le scuole potranno inviare quanto prodotto all’email: coordinamentodirittiumani@gmail.com perché venga pubblicato e segnalato sui nostri canali social.
«Ci sono coloro che guardano le cose come sono, e si chiedono perché… Io sogno cose che non ci sono mai state, e mi chiedo perché no.» (R. F. Kennedy, citando George Bernard Shaw)