“Come verranno finanziate le già numerose e dispendiose promesse elettorali?”. È quanto chiede, ai candidati, AIDC-Associazione Italiana Dottori Commercialisti, considerato che quotidianamente le coalizioni e i partiti continuano a presentare programmi senza, però, verificarne prima la sostenibilità. Sempre più spesso, infatti, non si tiene, o meglio, non si vuole tenere conto di una semplice regola contabile che deve vedere in pareggio le entrate e le uscite. Eppure, anche in questa primissima fase della tornata elettorale, il tema delle tasse viene propagandato con prospettive irrealizzabili.
Si promettono “alleggerimenti” fiscali e tributari a favore ora di una categoria, ora a favore di un’altra e poi di un’altra ancora, financo a nuove rottamazioni, condoni, indulti ed amnistie, pur di poter azzerare i debiti pregressi.
Una fiera di indulgenza che, bene o male, non può lasciare indifferente neanche il più probo dei cittadini.
Nessuno, però, parla agli elettori con la dovuta trasparenza, spiegando chi dovrà poi farsi carico di maggiori imposte, al fine di poter compensare il minore gettito oppure quale nuova imposta verrà introdotta oppure quale servizio al cittadino verrà poi cancellato oppure quale organico alle dipendenze della pubblica amministrazione dovrà essere ridimensionato.
Nessuno, oggi, si sognerebbe di dirlo. Ma l’Associazione Italiana Dottori Commercialisti lo chiede a tutti i candidati, a tutela dei contribuenti-elettori.
È arrivato il momento di fare il punto sullo stato del fisco in Italia, partendo dalla costante inefficienza dimostrata, in tante, anzi in troppe occasioni, dagli uffici dell’Agenzia delle entrate, nei quali oggi è addirittura precluso l’ingresso ai cittadini.
Non è mai stata attuata una vera e propria semplificazione degli adempimenti e la “digitalizzazione” sembrerebbe un processo solo di facciata. È di questi giorni la notizia di un attacco informatico che mina la riservatezza dei dati del contribuente. Siamo stati favorevoli all’introduzione della fatturazione elettronica ed abbiamo sperato in un cambio di marcia dei rapporti Fisco-contribuente, ma veniamo travolti dai fatti.
Come si può valutare positivamente un’Amministrazione finanziaria che pretende l’invio digitale delle dichiarazioni, ma poi richiede, a stretto giro, la produzione di documenti cartacei, anche per detrazioni decennali in un periodo caotico già pieno di scadenze fiscali?
Quale giudizio possono dare i Dottori Commercialisti alle montagne di cartelle ricevute dai contribuenti proprio nel mese di luglio? È solo un modo per incrementare il numero dei perseguitati e dei tartassati?
Come si può condividere l’operato di un direttore che presiede l’Amministrazione finanziaria da circa sei anni con piglio privatistico e fa emanare solo la prima parte di una circolare, che si compone di ben 400 pagine, ben oltre la scadenza dell’adempimento di cui la circolare tratta?
La risposta amara è semplice, secondo AIDC: “il Fisco ed il suo direttore, con i loro comportamenti ondivaghi, con le continue vessazioni a carico dei contribuenti, con la protervia di chi non riapre gli uffici al pubblico, muovendosi in contrasto con il concetto di pubblico servizio, diventano attori protagonisti della campagna elettorale, favorendo i cavalcatori del malcontento che traggono vantaggio proprio da tutti questi malvezzi. Il nostro ruolo di sindacato dei Dottori Commercialisti ci impone di vigilare sulla fattibilità delle proposte propagandate, nella speranza che si possa finalmente riequilibrare il rapporto tra Stato e contribuente”.