Comicità, musica e non solo: chi è Bonjo

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Dall’animazione alla musica ma sempre su quel filo conduttore chiamato comicità. Stiamo parlando di Vincenzo Bongiovanni, in arte Bonjo. Comincia a cantare all’età di 16 anni e diverso tempo dopo inizia a scrivere i suoi primi brani. Ad oggi sono usciti due singoli suo; il terzo è già in preparazione e si prevede l’uscita nel 2021.

Da dove il nome “Bonjo”?
Dal cognome, Bongiovanni. E, sinceramente, non è stata nemmeno una scelta artistica visto che il soprannome mi è stato dato dalle elementari, persino dai maestri. E, alle elementari, di artistico avevo solo il “far cascare il vassoio della mensa prima di sedermi”.
Il traguardo lavorativo più importante raggiunto fino ad ora.
Ogni ultimo obiettivo raggiunto è quello più grande. Non ho un obiettivo, diciamo che negli ultimi anni mi sembra di essermi risvegliato da un lungo e forse brutto sogno quindi ogni cosa che inizio a fare mi fa stare sempre meglio.
Cosa sono gli Zelig Lab?
In pratica dei laboratori dove i comici ci si presentano con un pezzo a loro scelta. Il provino si fa davanti ad uno degli autori Zelig, se il pezzo comico piace entri a far parte del team ed inizi a lavorare sul pezzo ogni settimana con lo stesso autore, portandolo anche nello show serale in teatro o qualche locale.
Il prossimo obiettivo nella tua “lista”.
La verità? Farmi conoscere per come sono realmente, trovare il modo per girare in tour per l’Italia con uno spettacolo comico musicale e poter portare le mie canzoni, le imitazioni, le parodie, personaggi e pezzi comici.
Come hai trascorso le festività?
Per la prima volta dal 2000 non ho lavorato e devo dire che, dopo tutti questi anni, ritrovarmi in ciabatte in casa a guardare la tv mentre fuori sparavano fuochi e botti è stata un’esperienza fantascientifica…E senza aver fumato (ride).
Due cose che ami della tua città d’origine.
Abito in provincia di Torino, mi piace il modo organizzato e quadrato di affrontare la giornata. Anche se dopo un po’ serve uno “smollamento psicologico” ed uscire dalla propria zona comfort. La seconda cosa che amo di Torino è di trovarmi a meno di un’ora dalla neve che io adoro.
Viaggiare in una scala a 1 a 10 quanto ti piace.
Considerando che l’unico posto all’estero che ho visitato è Chiasso in Svizzera perchè avevo sbagliato strada da Como. Sono sempre stato ansioso sui viaggi e, come per il resto delle cose, solo negli ultimi anni ho iniziato a muovermi di più. So di essere un pò in ritardo ma spiegatelo alla mia ansia ossessivo-compulsiva (sorride).
Tre aggettivi che la gente ha usato per descriverti.
Amabile, affascinante e intelligente…Sono quelle che avrei voluto sentire, ma non è così. Generoso, pessimista, ironico-sarcastico (ho dovuto chiedere ad amiche mie perchè mentre cercavo di rispondere alla domanda ho scoperto che non so affatto rappresentarmi).
Un pregio grandissimo e un difetto che nessuno sa.
Il pregio è che non sono bravissimo a mentire quindi spesso creo o combino casini per non dire cazzate. I miei difetti li sanno praticamente tutti, sono alla mercè di chiunque, non nascondo quasi nulla, però sto cercando di guarire dalla permalosità mischiata a leggera saccenza nei momenti di ira.

I primi due progetti che hai per questo 2021.

Far ascoltare il terzo brano a più persone possibili, mi piace troppo. Il secondo progetto è riuscire a trovare un’etichetta con cui collaborare.

Un Festival che non hai mai fatto e dove vorresti essere presente.
Il Festivalbar vale? Sono troppo anni 90! Ho sempre sognato di cantare una canzone ogni tanto unendomi al balletto dietro di me come si faceva a quei tempi. A parte gli scherzi…Vediamo, forse respirare un giorno l’aria del Festival di Sanremo.