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Il senatore ex Movimento 5 Stelle Emanuele Dessì è intervenuto sul cado cosiddetto “concorsopoli della Regione Lazio”.
“Il Presidente Buschini – ha scritto in una nota – si immola e paga in nome e per conto di tutto l’establishment del Partito Democratico del Lazio. La vicenda concorsopoli della Regione Lazio ha scoperchiato un sistema che va avanti ormai da anni e chi, come il sottoscritto, ha fatto parte da sempre di movimenti di protesta e di denuncia, è assolutamente a conoscenza della politica di accaparramento dei gangli del sistema da parte della politica, una prassi pressoché consolidata negli anni nell’ambito della politica romana ad opera degli uomini di area. Dopo gli scandali di Roma Capitale che sono venuti fortunatamente alla luce, nella provincia di Roma non siamo stati altrettanto fortunati. Purtroppo, non si è riusciti a scoperchiare un sistema che vede sempre gli stessi personaggi muovere le pedine su uno scacchiere fatto di società partecipate dagli enti locali, posti di lavoro e di consulenze, assegnati con il criterio della fedeltà al politico di turno, e che ha prodotto, nel corso degli anni, fallimenti di decine di società partecipate e default di altrettanti comuni”.
“L’ultimo caso clamoroso – ha aggiunto- è quello di una società partecipata di un Comune alle porte di Roma, che vede gli stessi identici personaggi, i quali da anni ruotano attorno alla politica locale, andare a gestire un’azienda partecipata che, prima del loro arrivo, fatturava un milione e seicentomila euro l’anno e che, nell’arco di tre anni, sembra essere riuscita a creare un buco di nove milioni di euro, frutto di consulenze indiscriminate e di gestione manageriale poco oculata (acquisti incauti a prezzi gonfiati, aumenti di emolumenti ingiustificati per il personale dirigente, ecc. ecc. ) , tutte pratiche impossibili da tollerare da parte di chi da anni lotta affinché la gestione dell’amministrazione pubblica sia ispirata alla trasparenza ed efficienza, senza sperpero inutile di risorse pubbliche.
Ebbene, i personaggi coinvolti nella vicenda “concorsopoli della Regione Lazio” sono gli stessi che da anni ruotano intorno a questo sistema, che ormai non si può definire “politico” ma di “affarismo politico”, un modus operandi, in cui non conta più l’ideale, non conta più il bene comune ma conta solo l’interesse personale, il posto di lavoro per l’amico, per la moglie, per il parente eccetera”.
“Siamo veramente stanchi di questo sistema – ha concluso – siamo stanchi di vedere sempre gli stessi personaggi arricchirsi con il denaro pubblico e in attesa e nella speranza che la Magistratura intervenga a fare chiarezza, non possiamo fare altro che denunciare pubblicamente ciò che appare disdicevole quanto meno dal punto di vista politico ed amministrativo. Nel contempo, sentiamo l’esigenza di fare un appello accorato al Partito Democratico, che prima di ogni altro dovrebbe far luce al proprio interno. Apprezziamo il gesto delle dimissioni del Presidente Buschini ed auspichiamo che lo stesso venga fatto da chi (ed i nomi sono chiari e conosciuti a tutti) di quel sistema è il fautore e l’organizzatore”.