L’accelerazione di contagi e quarantene (+178% in un mese) frena l’economia: a rischio 932 milioni di consumi delle famiglie italiane e 1,2 miliardi di spesa di turisti stranieri. Ricettività e ristorazione i più colpiti
La pandemia torna a bloccare l’economia del Paese. La variante Omicron, l’aumento dei contagi e le restrizioni rischiano di costare solo nel periodo delle festività invernali oltre due miliardi di euro di minori consumi: 932 milioni delle famiglie italiane e 1,2 miliardi di euro di mancate spese di turisti stranieri. Un brusco stop di cui risentirebbe anche la ripresa, con una riduzione dello 0,5% del tasso di crescita del Pil nel IV trimestre. A stimarlo è Confesercenti.
Fortunatamente, l’impennata dei contagi sembra avere per il momento effetti contenuti sulla letalità, ma l’impatto per le attività lavorative è già molto pronunciato. Ciò a causa del subitaneo incremento delle quarantene: le persone in isolamento domiciliare nel solo mese di dicembre sono passate da 190mila a 530mila (+178%). Un numero destinato a crescere ancora nei prossimi giorni e che va moltiplicato per un fattore di scala pari almeno a 3, dal momento che le quarantene riguardano l’intero nucleo familiare dei contagiati. La conseguenza immediata è una riduzione forzata dell’offerta di lavoro, con ciò che ne consegue per l’ordinario svolgimento delle attività di produzione e di fornitura di servizi.
Configurando un lockdown di fatto, i maggiori isolamenti domiciliari limitano inoltre le spese delle famiglie. A questi effetti si aggiungono quelli ancora più perniciosi sul turismo, che sta andando incontro a una nuova flessione proprio in un periodo che abitualmente si caratterizza per un aumento dei viaggi e per un intenso afflusso di visitatori esteri. Secondo prime valutazioni di Confesercenti, questi fattori stanno determinando una pesante ricaduta economica, che compromette i risultati del 2021 e rischia di pregiudicare la crescita del Pil anche nel 2022.
A subire l’impatto della frenata sono soprattutto le attività del turismo e della ristorazione, a partire dalla ricettività, che nel periodo delle festività vede a rischio 1,1 miliardi di fatturato, e dalle agenzie di viaggio (-136 milioni di euro). L’incertezza da Omicron incide con forza anche sui pubblici esercizi: la chiusura di discoteche e sale da ballo e le mancate prenotazioni nei ristoranti costeranno al settore 310 milioni di euro di fatturato, e circa 135 milioni ai bar. E l’ombra del rallentamento si allunga anche sul settore dell’abbigliamento, compromettendo l’avvio degli ormai prossimi saldi invernali.
“La variabile Omicron comporta la necessità di nuovi accorgimenti e nuove tutele, occorre prenderne atto”, commenta la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise. “Ora è assolutamente necessario tarare i provvedimenti restrittivi affinché, pur salvaguardando prioritariamente la salute, siano comunque compatibili con il regolare svolgimento delle attività economiche o, dove questo non fosse possibile, adottare tempestive misure di sostegno per imprese e lavoratori. Bisogna intervenire urgentemente per ristabilire fiducia e certezze”.
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