“La nostra Confederazione intende condannare senza “se” e senza “ma” quanto accaduto nelle Langhe, nella provincia cuneese, dove – secondo la ricostruzione da parte degli inquirenti – una cinquantina di braccianti sarebbero stati sfruttati dai caporali e picchiati nei vigneti, oltre a lavorare in condizioni precarie e illegali. Siamo di fronte a fatti disumani, di una gravità inaudita, dove sarebbero stati violati i fondamentali diritti non solamente del lavoratore ma della persona. Una situazione allarmante che segue la tragica morte di Satnam Singh in terra pontina e conferma, semmai ce ne fosse ancora bisogno, quanto sia preoccupante e tangibile il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento illecito, anche e sopratutto in agricoltura. Confeuro sono anni che denuncia e mette in guardia le istituzioni su questa triste forma di schiavitù moderna e auspica che le autorità competenti facciano immediata chiarezza su quanto avvenuto nelle Langhe, nonché sul ruolo dei caporali e sulle eventuali responsabilità degli imprenditori proprietari dei vigneti, in cui lavoravano i poveri braccianti. Più in generale, sollecitiamo ancora una volta Ispettorato del Lavoro e ministero competente ad aumentare controlli e verifiche sul territorio: la repressione contro il caporalato deve essere quanto più ferma e intransigente possibile”.
Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.