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L’Italia è il paese dove si pagano le bollette più alte d’Europa già da prima della guerra, ci aspettiamo interventi sostanziali dal Governo. I prezzi alti dell’energia per le imprese vanno ad impattare sui costi di produzione e quindi sulla competitività dei prodotti italiani sui mercati. Auspichiamo misure strutturali e non tampone. Una riduzione dei costi delle bollette si traduce inoltre anche in aumento del potere d’acquisto delle famiglie. Un ulteriore passo da fare inoltre è quello di distinguere tra le fonti di produzione dell’energia, differenziare tra fonti fossili e rinnovabili, ed incentivare all’utilizzo di queste ultime, oltre che differenziare tra energia prodotta in Italia ed energia importata dall’estero. Bene gli aiuti alle famiglie ma non si possono dimenticare le imprese, se l’energia costa di più per le imprese questo avrà una ricaduta sul prezzo del prodotto finito rendendo di fatto inutili gli aiuti alle famiglie. Non ripetiamo gli stessi errori di 3 anni fa, le misure adottate all’inizio della guerra. Inoltre bisogna procedere a passi decisi verso una sempre maggiore autonomia energetica, essere sempre meno dipendenti dai fornitori esteri. L’energia prodotta in Italia deve costare meno di quella importata. Questo ci aspettiamo dal Governo e ci auguriamo come Conflavoro che si faccia in tempi ragionevoli.
Così il presidente nazionale di Conflavoro PMI Roberto Capobianco a www.gazzettadiroma.it