“Il viaggio di un turista in Uzbeskistan diventa quello di un ospite che si sentirà come a casa sua. Per gli imprenditori ci sono agevolazioni fiscali e la possibilità di accedere a tutto il mondo russo”.
Leonardo Comucci, 50 anni, è un ex ufficiale della guardia di finanza, ora lavora in banca ed è Console onorario dell’Uzbekistan per la Toscana e l’Umbria. Gli abbiamo chiesto quali sono i vantaggi oggi nell’investire in questo paese asiatico e perché consiglia di visitarlo.
Dott. Comucci com’è diventato console onorario?
“Io collaboro con l’Uzbekistan da almeno 15 anni. Ho iniziato in maniera più sistematica nel 2012: ero consigliere in provincia, si cercava uno Stato nuovo con cui collaborare e in cui creare nuovi sbocchi commerciali. Ci siamo orientati sull’Uzbekistan che all’epoca era una paese molto chiuso e ho organizzato il gemellaggio tra la provincia di Firenze e la municipalità di Samarcanda. Quello è stato il primo impegno importante, con una delegazione uzbeka che ha visitato la Toscana. Sono state stabilite in quel caso le prime relazioni bilaterali. Poi con l’arrivo del nuovo presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev e l’inizio della stagione delle riforme i rapporti si sono intensificati. Alcuni imprenditori sono andati a investire in questo Paese e io ho coltivato gli scambi negli anni successivi, partecipando alle iniziative uzbeke e favorendo la partecipazione della Toscana a fiere ed eventi in Uzbekistan. Oggi sono anche consigliere della Camera di Commercio Italia-Uzbekistan. Ho conosciuto bene questa nazione e ho avuto modo di apprezzarla in tutte le sue caratteristiche peculiari, a partire dalla convivialità del popolo e le sue varie tradizioni”.
La sua attività di console, quindi, in cosa consiste?
“La mia attività consiste da un lato nel dare assistenza agli uzbeki presenti in Toscana e Umbria, che sono circa 750 e quelli che vengono per turismo, dall’altro nella promozione del Paese per gli imprenditori. Cerco di invogliare gli imprenditori toscani e umbri ad andare in Uzbekistan ad investire, perché ultimamente le possibilità ci sono, è davvero il periodo giusto. Bisogna smuovere gli italiani per fare apprezzare loro lo Stato e ciò che offre”.
Quali sono ad oggi i vantaggi economici nell’investire in Uzbekistan?
“Sono due. Ci sono una serie di agevolazioni fiscali concesse dallo Stato a chi impianta un’impresa in Uzbekistan e poi tramite questo Paese si può accedere a tutto il mondo che parla lingua russa, quindi la possibilità di andare in Russia. Ci tengo a dire che non si tratta di delocalizzare: noi non chiediamo alle imprese italiane di lasciare il nostro territorio, ma di trovare dei prodotti che sono buoni anche per quel tipo di mercato. Per esempio in Toscana c’è un’azienda che investe in Uzbekistan da 15 anni. Loro sono di Prato e fanno nastri trasportatori per gli aeroporti. In quel Paese hanno fatto altrettanti prodotti specifici per quel mercato. In questo modo hanno ampliato la gamma dei loro prodotti in uno spazio differente”.
Dal punto di vista culturale lei promuove ancora il gemellaggio tra due città d’arte: Firenze e Samarcanda. Quali sono i punti di contatto tra questi due centri?
“Ce ne sono tanti. L’arte e la cultura sono legami molto forti. Sono città a forte vocazione universitaria, in cui lo studio ha un ruolo centrale. Con le università ci sono già delle convenzioni in essere, con le scuole medie e superiori speriamo di firmare a breve un protocollo di scambi tra gli studenti tra i due paesi. Presumibilmente saranno iniziative rivolte ai ragazzi con più di 16 anni che vogliono perfezionare una lingua straniera e conoscere una realtà nuova”.
Quando partirà questa iniziativa?
“La bozza del protocollo c’è, licenziata dal Provveditorato degli studi toscani. Ora è in analisi all’ambasciata e appena saremo pronti ci sarà un webinar e poi è presumibile che si arrivi alla firma entro la fine dell’anno”.
Senta, perché consiglia l’Uzbekistan, quali sono le sue caratteristiche più affascinanti per noi italiani?
“Come dicevo si tratta di un popolo molto legato alle sue tradizioni e ospitale. Poi c’è una cultura alimentare del mangiare e del bere importante. In particolare con il vino si sta iniziando a prendere piede. Si possono poi visitare luoghi dal punto di vista dell’enogastronomia e della cultura molto simili a noi. Il tutto è condito dalla Via della Seta e da città stupende che sono patrimonio dell’Unesco. Il viaggio di un turista diventa quello di un ospite che si sentirà come a casa sua”.
Giacomo Andreoli