La fase due preoccupa la Uil Lazio. La ripartenza nella regione e soprattutto a Roma resta un punto interrogativo, anche per l’assenza di dialogo col Campidoglio. “Con il Comune di Roma non si parla. Se lo fa con qualcuno preferisce parlare con i padroni, ma d’altronde l’assessore Lemmetti ha detto di essere di ispirazione Tatcheriana quindi non parla con i lavoratori ne’ tantomeno con i loro rappresentanti”, ha detto il segretario generale della Uil Lazio, Alberto Civica, intervistato dall’agenzia Dire.
“Il Comune dira’ che qualche incontro sindacale lo ha fatto ma il problema della mobilita’ a Roma non e’ solo Atac in se’ ma come si raccorda con Fs, piuttosto che con Cotral: rischiamo di avere dei buchi – ha aggiunto Civica Abbiamo 1100 vetture che girano, a regime dovrebbero essere 1400 e siamo con una capienza al 50%. Banalmente bisognerebbe raddoppiarle ma non e’ possibile. In piu’ questo 50% non va rapportato alla possibilita’ teorica di caricamento, perche’ sappiamo che nella realta’ gli autobus viaggiavano con il triplo delle persone dentro. Pertanto il 50% rispetto alla richiesta reale rischia di essere un quarto di quella effettiva”.
Ma fase due significa anche riapertura delle attivita’: “L’altra questione su cui il Comune e’ fantasma, nel senso che si e’ chiuso a riccio nelle sue stanze, e’ l’apertura degli esercizi pubblici. Non se ne sa nulla e invece bisognerebbe capire cosa pensano. E’ proprio necessario che i negozi di abbigliamento continuino ad aprire alle 10 come prima o si puo’ pensare che e’ meglio spalmare un po’? Insieme alla Regione, i cantieri si possono aprire di notte visto che andiamo incontro alla bella stagione? Molti aspetti saranno nascosti dal fatto le scuole chiuse e lo smart working aiutano il traffico ma se non ripensiamo adesso il sistema, quando si tornera’ a regime rischiamo di trovarci nelle condizioni di prima se non peggio”.
CORONAVIRUS. CIVICA: ECCO TRE PRIORITÀ CHE LAZIO DEVE METTERE IN CAMPO SUBITO
“INVESTIRE IN SANITÀ, SIA ATTRATTORE REALE INVESTIMENTI, RIDISEGNI MODELLO ROMA”
Roma – Investire in sanita’, attrarre investimenti con un ruolo da protagonista e’ ridisegnare il modello della citta’ di Roma. Sono le “tre priorita’” che secondo il suo e gregario generale della Uil Lazio, Alberto Civica, la Regione deve “mettere in campo immediatamente”.
Nel corso di un’intervista all’agenzia Dire, il sindacalista ha spiegato che “il primo provvedimento deve essere sulla sanita’. Non so quando finalmente si potra’ ragionare del fatto che la sanita’ privatizzata e regionalizzata sia stato un errore, spero che ci sia il ritorno a una maggiore centralizzazione della sanita’, ma sicuramente fino a quando le competenze saranno regionali sulla sanita’ bisogne investire. Meno privato e piu’ pubblico, piu’ controlli e meno pezzi di carta”. Certo “non e’ possibile aprire una casa di riposo con le autocertificazioni. C’e’ bisogno che il personale sia qualificato sul piano professionale, quindi c’e’ bisogno di corsi di formazione che mettano quei lavoratori nelle condizioni di essere utili per gli altri, proteggerli e proteggere se stessi.
In secondo luogo “occorre che la Regione non sia piu’ lo spettatore o il teorico attrattore di capitali che dovrebbero venire non si sa da dove, ma deve cominciare ad essere strumento promotore di attivita’ sul territorio, dando incentivi, proponendo e indirizzando- ha spiegato Civica- Ad esempio, sulla grande distribuzione dell’agroalimentare nel Lazio quasi tutto proviene da fuori regione, perche’ e’ piu’ facile parlare con le coop dell’Emilia Romagna piuttosto che con i 1000 imprenditori agricoli che abbiamo. E’ il momento che la Regione diventi attiva”.
La terza questione “e’ che bisogna ridisegnare il modello con cui funziona la citta’ di Roma. Lunedi’ riapriremo e probabilmente stiamo calibrando il trasporto pubblico sugli stessi picchi di traffico che c’erano prima. Se non iniziamo a diversificare l’orario delle attivita’ produttive e dei cantieri, in modo da spalmare la possibilita’ di ingresso nell’arco della giornata, continueremo ad avere un pendolarismo di 700mila persone al giorno che entrano a Roma e la sera devono uscire e quindi ci riproporranno lo stesso problema di prima. C’e’ bisogno che la Regione faccia un’operazione di coordinamento con i comuni, anche quelli fantasma che non riusciamo a incontrare, come quello di Roma”.