“Non vi è alcuna trasmissione di coronavirus tramite alimenti, pertanto misure” restrittive sul commercio “di prodotti alimentari non sarebbero giustificate”.
Così fonti della Commissione europea sui casi segnalati di difficolta’ di esportazione dei prodotti alimentari bloccati da importatori di altri Paesi Ue, che chiedevano un certificato ‘Coronavirus free’, come denunciato da Assolombarda e da Confagri. Al momento “alla Commissione non è stato notificato nulla dagli operatori né dalle autorità italiane, ma non vi è alcun report sulla trasmissione tramite alimenti, pertanto le misure sui prodotti alimentari non sarebbero giustificate”.
Consorzio Grana, e’ sicuro, nato prima del virus
Il Grana Padano “posto al consumo oggi è senza problemi: è stato prodotto oltre 10 mesi fa quando Covid-19 ancora non esisteva e quello prodotto oggi si consumerà non prima del prossimo dicembre”. Così in una nota il direttore generale del Consorzio Grana Padano, Stefano Berni in merito alla richiesta da parte di un agente in Grecia di una dichiarazione ‘virus free’ per far varcare le frontiere al Grana Padano di un’azienda consorziata, come apparso su alcune testate. Le condizioni biologiche di stagionatura del Grana Padano, come di ogni altro prodotto stagionato, sottolinea poi Berni, “inattivano ogni tipo di virus, quindi anche questo, che comunque si trasmette esclusivamente da uomo a uomo e non con contatti di altro tipo, come ha sottolineato in una nota l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare, organismo di quell’Unione Europea di cui fa parte anche la stessa Grecia”. Il dg del Consorzio Grana Padano parla di “allarmismi ingiustificati” che “ci stanno mettendo in grande difficoltà, peraltro in modo del tutto immotivato, oltre che non vero”.
Bellanova, speculazioni su Made in Italy
Le richieste di certificazione sulla sicurezza cibi italiani sarebbero casi isolati, tentativi spesso maldestri di speculazione tra partner commerciali che non coinvolgerebbero i Governi. Cosi la ministra Teresa Bellanova sul Grana padano bloccato alle frontiere con la Grecia. Sulla notizia, afferma Bellanova, “sono in corso nostre verifiche. Continuiamo a monitorare con molta attenzione la situazione legata all’export dei nostri prodotti in Europa” “Da quello che emerge – sottolinea la ministra – le richieste di certificazione sulla sicurezza del nostri cibi sarebbero casi isolati, tentativi spesso maldestri di speculazione tra partner commerciali che non coinvolgerebbero i Governi”. “Per questo – aggiunge – sollecitiamo ai produttori e alle imprese di fornire in tempo reale alla Task Force attivata presso il Ministero le informazioni. Abbiamo già fatto presente alla Commissione Europea la necessità di impedire in tutti i modi, con grande determinazione, che questo possa accadere. E abbiamo sollecitato alle nostre rappresentanze diplomatiche un costante e vigile monitoraggio della situazione”. “Non è accettabile – conclude – che buyer o catene di distribuzione possano creare ostacoli ai nostri prodotti. Lo abbiamo detto ieri e lo rimarchiamo con ancora più forza oggi: l’Italia fa bene. Dalla terra e al mare alla tavola il nostro cibo è sicuro. I nostri prodotti sono eccellenti e sani; i consumatori, italiani ed europei, possono e devono consumarli in tutta tranquillità”.
Coldiretti, stop a speculazioni su export
È necessario fermare subito le speculazioni in atto sui prodotti agroalimentari Made in Italy in alcuni Paesi dove vengono chieste senza ragione certificazioni sanitarie aggiuntive su merci, dal vino alla frutta e alla verdura soprattutto provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, ma ci sono state anche assurde disdette per forniture provenienti da altre parti del Paese. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che serve un impegno delle autorità nazionali e comunitarie per fermare pratiche insensate che rischiano di far perdere quote di mercato importanti alle produzioni nazionali per colpa di una concorrenza sleale che mira a screditare i prodotti dall’Italia che sono sani e garantiti come sempre. “Si tratta di comportamenti ingiustificati che – conclude la Coldiretti – mettono a rischio la libera circolazione delle merci anche all’interno dell’Unione senza alcuna valida motivazione scientifica e vanno a colpire un settore strategico del made in Italy come l’agroalimentare”.
Filiera Italia, folle chiedere garanzie su cibo
“Sono inaccettabili ed ingiustificate le certificazioni “virus free” richieste da alcuni paesi europei per i prodotti agroalimentari Made in Italy”. Lo fa sapere il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, nel precisare l’assurdità di quanto sta avvenendo “considerando che anche l’Efsa ha già più volte evidenziato l’inutilità di richiedere garanzie supplementari su prodotti alimentari per un virus che si trasmette solo da uomo ad uomo”. “Il governo italiano chieda di porre fine a tali ingiustificati comportamenti – aggiunge Scordamaglia – e la Commissione europea intervenga a nostro sostegno contro comportamenti che violano il principio di libera circolazione e rappresentano strumentali tentativi di bloccare il nostro export”. Scordamaglia conclude sottolineando che da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna proviene il 50% delle esportazioni alimentari. “Stiamo rischiando di perdere un patrimonio di credibilità creato in decenni, bisogna intervenire subito con reazioni anche drastiche e poi avviando un piano di comunicazione straordinaria per consolidare l’immagine positiva del nostro Paese e dei nostri prodotti all’estero”. E questo è quello che Filiera Italia chiederà anche il prossimo 3 marzo al tavolo convocato dal Ministro Di Maio dedicato alla presentazione del Piano Straordinario 2020 per la Promozione del Made in Italy.