Roma, 16 maggio 2024 – È stata approvata ieri in commissione Bilancio la proposta di legge, presentata dall’assessore Giancarlo Righini, attraverso la quale vengono stanziati 56 milioni di euro, come rimborsi per i costi fissi sostenuti dalle strutture private accreditate con il Servizio sanitario regionale durante l’emergenza Covid nel 2021.
Nello specifico, il provvedimento, approvato precedentemente in Giunta regionale, autorizza il trasferimento dei fondi – quale contributo una tantum, a valere sulle annualità 2024 – 2030 – dalle Aziende sanitarie alle strutture private accreditate, che sono regolarmente in possesso di un valido accordo contrattuale sottoscritto tra le parti.
L’atto della Regione Lazio rientra nell’ambito del fondo straordinario “Ristori” per il 2020 e il 2021, gli anni più difficili della pandemia.
Durante questo periodo le strutture sanitarie hanno continuato a operare nel Lazio senza interrompere i servizi, a fronte del riconoscimento di una forma di fatturazione forfetaria, pari al 90 per cento del budget assegnato.
Se per il 2020 l’amministrazione Pd aveva predisposto una delibera di recepimento della direttiva nazionale, lo stesso non è avvenuto nell’anno successivo alla luce del mancato equilibrio di bilancio nelle casse regionali.
«La proposta di legge sui debiti fuori bilancio, licenziata la scorsa settimana dalla giunta, sta compiendo un rapido iter in Consiglio regionale, dove è stata approvata in Commissione. Ringrazio l’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini, il presidente della Commissione Bilancio, Marco Bertucci, e tutti i consiglieri per il lavoro che stanno compiendo. Questa legge contiene una importante norma che sblocca 56 milioni di euro ai privati come ristori Covid per l’anno 2021.
Si tratta di un diritto loro concesso dal Decreto Ristori 2021. Il decreto prevedeva i rimborsi fino al 90% del budget a patto che le aziende non mettessero in cassa integrazione i lavoratori. La scorsa amministrazione regionale, a differenza del 2020, non ha recepito quella norma, non mantenendo gli impegni presi. Ancora una volta, quindi, la Giunta regionale, da me presieduta, e la maggioranza di centrodestra stanno ponendo rimedio all’inerzia e alle promesse non mantenute dalla giunta Pd e 5 Stelle, che prese in giro i lavoratori e le aziende. Per colpa di quelle false promesse oggi erano a rischio migliaia di posti di lavoro, che abbiamo contribuito a salvare. Non si tratta né di un regalo né di un favore ai privati accreditati», ha spiegato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
«Ai privati – ha proseguito il presidente Rocca – abbiamo chiesto di inserire tutte le agende nel Recup, pena la revoca dell’accreditamento, e abbiamo cambiato i contratti di committenza, prevedendo delle regole più dure e stringenti. Quasi tutti hanno cominciato a fornirci le agende, un provvedimento indispensabile per abbattere le liste d’attesa e per far sì che la Regione si riappropriasse di prestazioni che vengono pagate con i soldi dei cittadini.
Ma se si vuol essere credibili si deve anche essere giusti, equi e affidabili: sbloccare i ristori Covid 2021 per le aziende, che in quell’anno hanno visto calare il proprio fatturato al pari di qualsiasi altro operatore economico, era doveroso. Questo non vuol dire penalizzare la sanità pubblica, anzi. Pochi giorni fa abbiamo autorizzato oltre 9.700 assunzioni. In totale, da quando ci siamo insediati, sono circa 14mila le autorizzazioni di assunzione concesse. Si tratta di contratti a tempo indeterminato per rinforzare i nostri ospedali e le nostre Asl», ha concluso il Presidente della Regione Lazio.
Gli ha fatto eco l’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini, che ha dichiarato: «Sono particolarmente soddisfatto, perché con questo provvedimento andiamo a sanare una vicenda che si trascinava da troppo tempo.
Si tratta indubbiamente di uno sforzo economico, che ha evitato il rischio di gravare sulle spalle delle imprese e che la situazione avesse anche importanti ricadute sociali con la perdita di numerosi posti di lavoro. Va sottolineato, infine, che abbiamo operato in perfetta continuità amministrativa con quanto previsto, ma non mantenuto, dalla vecchia amministrazione regionale».