Il presidente dell’Ordine dei medici della Capitale interviene sui colleghi che hanno espresso reticenze dopo l’avvio della campagna vaccinale
“Su 46mila medici a Roma ci sono solo tre segnalazioni di cosiddetti ‘no-vax’. Una contrarietà quindi molto minoritaria, ma è bene avere seguito la vicenda. Bisogna informare correttamente”. Così Antonio Magi, presidente dell’Omceo Roma, l’Ordine dei medici della Capitale, parlando con l’agenzia Dire, dopo la partenza della campagna vaccinale contro il Covid, di quei medici che sui social e sui media tradizionali hanno espresso i loro dubbi e la loro reticenza, ma soprattutto hanno fornito ai pazienti che si sono loro rivolti informazioni che potrebbero essere giudicate inappropriate.
– Presidente Magi, si è parlato inizialmente di una decina di medici ‘no-vax’, mentre in queste ultime ore i casi sotto osservazione sono tre. Per loro qual è la situazione?
“Abbiamo fatto domande e chiesto spiegazioni ai colleghi che sono stati segnalati: uno di questi ha già risposto, mentre stiamo aspettando che lo facciano gli altri due. Con una Commissione specifica, che nascerà a breve con il rinnovato Ordine dei medici che avvierà i suoi lavori a gennaio, si analizzeranno le risposte dei tre colleghi e si deciderà come proseguire. Per gli altri medici segnalati, che erano appunto circa una decina, il procedimento è già arrivato a conclusione: per i più c’è stata una archiviazione, mentre un medico è stato sospeso e un altro ammonito”.
– Cosa rischiano i tre medici sotto analisi?
“L’azione disciplinare può oscillare dall’archiviazione all’ammonimento, alla censura, alla sospensione e infine alla radiazione. La Commissione studierà tutta la documentazione raccolta, che nasce da esposti arrivati dai cittadini, e i colleghi hanno diritto a spiegare e difendersi. Certo, il codice deontologico vieta di dare informazioni non corrette ai pazienti, ma anche ovviamente sui social o attraverso i media. La liberta’ personale del medico arriva fino a un certo punto: il personale sanitario non deve mettere a rischio gli altri. I medici quindi, per fare i medici, devono poter vaccinare ed essere vaccinati. E’ anche un dovere morale se ho un rapporto con il pubblico. Il medico non si deve ammalare, non possiamo permettercelo perche’ siamo troppo pochi, ma soprattutto il medico non deve infettare”.
fonte Agenzia Dire.it