Etica nella tecnologia per la generazione alfa
La ricercatrice Nicoletta Iacobacci punta tutto sulla generazione Alfa: ‘Sarà la generazione più smart, quella più acculturata perché potrà studiare ovunque e in qualsiasi modo. Online h24, indipendente, visual, tecnologica, differente. Intelligenza artificiale e automazione per chi è nato tra il 2010 e il 2025 sarà la norma e se il metaverso continuerà a svilupparsi sarà per loro difficile riconoscere cos’è la realtà’. Ecco allora che la professoressa mette in evidenza quanto sia oggi necessaria una riflessione etica, etica che però non riesce a stare al passo con le tecnologie emergenti. ‘Nei miei studi affronto la dicotomia tra ‘l’essere umano’ e ‘essere umano’. L’essere umano è la specie: l’homo sapiens che ha il cervello più sviluppato. Se interveniamo con la tecnologia sull’essere umano certamente aiutiamo il progresso. Ma quello che sta succedendo è che stiamo intervendendo su ‘essere umano’ e quindi sulla nostra essenza, sulla nostra empatia, e lo stiamo facendo senza una grande strategia. L‘intelligenza artificiale va trattata come uno strumento, dietro deve esserci sempre l’essere umano’.
Intelligenza artificiale generativa e creatività
Jacopo Perfetti, un tempo programmatore e curatore d’arte e oggi esperto di intelligenza artificiale generativa ha spiegato come una macchina possa ‘produrre’ testi e immagini e quanto riesca a mettere in difficoltà un creativo. Con la sua ‘oblique.ai‘ ha lanciato in queste ore il primo magazine online scritto 100% con l’intelligenza artificiale, si chiama 10consigli.it ed è la quintessenza della saggezza algoritmica: ’10CONSIGLI è una collezione di consigli su vita, lavoro e più o meno qualsiasi altra cosa, scritti da un’intelligenza Artificiale’. Scrittore e imprenditore, Perfetti si è fatto una domanda e dato una risposta: ‘Siamo alla fine dei lavori creativi? La risposta ovviamente è no, c’è però una cosiddetta rivoluzione industriale della creatività, parliamo di creatività ‘made by Robot’ e ‘made by Human’. I 3 errori da non fare in questo momento storico sono: usare la tecnologia nuova con una mentalità vecchia, far finta di nulla ignorando questa onda e puntare sul prezzo e sulla quantità. Più l’intelligenza artificiale sarà intelligente, più noi dovremo essere intelligenti, creativi, empatici’.
Gaming e digital fashion industry
Anche la fashion industry fa chiaramente i conti con la tecnologia che avanza, Nicola Antonelli ha dunque paventato lo scenario della creazione di collezioni virtuali, un obiettivo ambizioso di AVAWEAR. L’azienda di digital fashion negli anni ha costruito una community nata prima intorno al gioco ‘mode4’, una sorta di gira la moda in versione di app che ha coltivato aspiranti stylist e poi ‘Wear3’, marketplace con capi Nft gestito dalla community. Wear3 offre ai creator uno spazio (virtuale) per mostrare e vendere le proprie opere di digital fashion accanto alle proposte dei grandi brand. Con un sistema che incrocia votazioni e popolarità, la community premia i migliori designer. ‘Grazie a Wear3- spiega l’imprenditore- non abbiamo solo un contenuto condiviso con la community. L’obiettivo è portare questi capi nel mondo reale con una distribuzione fisica. Il gaming è dunque entrato pienamente a far parte della logica d’impresa’.
Katia Ingegneri ha invece spiegato cosa significa fare comunicazione per l’organizzazione del codice a barre e come si instaura una relazione creativa ed efficace con un team di ingegneri per produrre insieme progetti innovativi di comunicazione. Nell’era del consumo consapevole infatti: ‘Processi logistici e standard utilizzati a livello mondiale per il mondo della grande distribuzione possono essere valorizzati e comunicati anche al consumatore finale’.
Il cambiamento epocale con le nuove tecnologie
Lo scenario descritto da Alessandro Risuleo è per gli agnostici della tecnologia inquietante. Parlando di evoluzione tecnologica, l’art director mette in evidenza come negli anni la partecipazione alla vita pubblica delle persone sia totalmente cambiata. ‘Oggi lo smartwatch può fare un elettrocardiogramma – spiega Risuleo – Molti sanno cosa sia un visore per la realtà aumentata o quello per la realtà virtuale ma l’evoluzione sarà la mixed reality. Stiamo creando nuovi metodi di interazione e questo ci porta a pensare all’ottimizzazione degli spazi virtuali e ancora a nuove ‘gesture’, nuove ‘usex experience’. Oggi immaginiamo un sito internet in uno spazio tridimensionale e i vari menù sono delle stanze. Le nuove professioni prevedono quindi dei costruttori di mondi, ci saranno gli architetti del metaverso, il futuro è la multi competenza e le competenze diventeranno liquide. Servono però riflessioni necessarie. Basta guardarsi alle spalle e vedere cosa è successo in pandemia, quando si è innescato un cortocircuito che ha portato a delle patologie. Bisogna stare attenti e seguire delle regole: essere curiosi e informati su ciò che succede, portare avanti rapporti sociali, tenere al benessere fisico, uscire all’aria aperta ma la regola più importante è saper utilizzare il tasto ‘switch off”.
La nozione ‘Pharmakon’
A tirare le somme di un dibattito tanto intenso ecco Maura Gancitano: ‘Di fronte a tante professionalità, tante formazioni e tante prospettive diverse, il mio ruolo in questo talk era quello di sollevare delle domande: è poi quello che la filosofia oggi deve fare, senza porsi a distanza rispetto alle innovazioni o a quello che sta accadendo. La filosofia deve porre delle questioni e deve in qualche modo creare delle collisioni tra temi diversi, alimentando una nozione che è particolarmente importante ed esisteva già ai tempi di Platone che è quella di ‘Pharmakon’, cioè il fatto che quello che sta accadendo può essere contemporaneamente cura e veleno. Possiamo intossicarci o avere grandi opportunità. Oggi tendiamo a scegliere una strada o l’altra, è importante però avere una visione d’insieme, sia dei grandi pericoli che delle grandi possibilità’.