In un convegno organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Roma si è analizzata l’attuale fase dell’economia mondiale e la necessità per le aziende di dotarsi di competenze di “Export Compliance”
Le nuove frontiere della guerra commerciale USA-Cina e USA-UE, le sanzioni in vigore contro l’Iran e la Russia, le incognite legate alla Brexit e alla situazione in Turchia. L’economia mondiale sta vivendo una fase di forti tensioni, strettamente correlate alle tensioni geopolitiche, a cui si aggiunge il proliferare di normative comunitarie, nazionali ed internazionali che prevedono particolari regimi di controllo per la circolazione dei beni.
In tale scenario le aziende italiane maggiormente vocate all’export sono soggette ad un sensibile aumento degli obblighi e dei rischi d’impresa. Sul tema, lo scorso 5 dicembre a Roma l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Roma ha dedicato il convegno dal titolo “Gestione del rischio nelle operazioni di commercio internazionale”, presentando il punto di vista di esperti in materia.
Zeno Poggi, Presidente di ZPC Srl – azienda specializzata in servizi e formazione per la gestione del commercio internazionale – ha sottolineato che nell’attuale assetto economico internazionale l’impresa detiene precise responsabilità in merito al controllo dei Paesi di destinazione finale dei prodotti, delle controparti e dei destinatari coinvolti, dei prodotti venduti, esportati e riesportati.
La sicurezza passa attraverso una corretta gestione dell’esportazione in ogni sua fase ed in particolar modo nella sua fase preliminare. Poggi ha posto l’accento sulla necessaria da parte dell’azienda una costante attività di verifica, per citarne alcune: destinazione delle merci, clausole, autorizzazioni, documenti, gestione corretta della transizione finanziaria, gestione di un eventuale blocco di merce in dogana.
Cosa devono fare le imprese per evitare o minimizzare il rischio di sanzioni, perdite finanziarie e deterioramento della reputazione per il mancato rispetto delle normative? Per aumentare la competitività – ha concluso Poggi – occorre una migliore gestione del rischio e l’adozione da parte delle aziende di un efficace sistema di Export Compliance, che include: procedure doganali, verifiche sui materiali, sui soggetti e sulle restrizioni internazionali e sul rischio paese, norme e regole di sicurezza e di etichettatura dei prodotti di consumo nei mercati globali nelle operazioni di importazione ed esportazione.
Massimo Meliconi, Responsabile Prodotti e Servizi Complementari di Iccrea BancaImpresa (banca corporate del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea), si è soffermato sull’influenza che l’attività di Export Compliance della banca può avere sulle operazioni commerciali con l’estero. Un tema importante è lo screening di soggetti e la verifica di beni sottoposti a misure restrittive, legate ad aspetti quali: presenza di entità difficilmente individuabili a causa di rapporti societari poco trasparenti, beni di difficile classificazione, rischio di sanzioni USA derivanti dal disallineamento normativo con l’UE, linee guida non univoche che possono determinare effetti distorsivi della concorrenza.
Altro aspetto riguarda l’attività di due diligence per la validazione dell’identità del cliente all’interno del processo di verifica, a cui obbligatoriamente è sottoposta la banca. È il punto di contatto con l’azienda cliente, anch’essa obbligata al controllo, che, se gestito bene, garantisce il rispetto della compliance e genera opportunità di business per la banca e per l’azienda.
Leonardo Maria Caputo, Presidente della Commissione Strumenti per lo sviluppo nazionale ed internazionale delle imprese ODCEC di Roma, ha concluso il convegno presentando un focus sul ruolo dell’Export Compliance Officer (ECO). Si tratta di una nuova figura chiave per la gestione del rischio, che può operare sia all’interno dell’impresa o come consulente esterno, ad esempio una società di consulenza o commercialista che si specializza in tale percorso.
Tra le sue attività, l’ECO garantisce il rispetto di leggi e regolamenti, codici di condotta e buone prassi per tutte le attività d’importazione ed esportazione di beni materiali o immateriali, limita il rischio di sanzioni penali o amministrative, perdite finanziarie o danno reputazionale, conosce le procedure e i processi che interessano il mondo dell’import-export ed è aggiornato sulle normative vigenti nelle realtà locali, è in grado di reperire e saper correttamente interpretare gli aggiornamenti in materia di commercio internazionale.
Sull’Export Compliance Officer,ZPC ha progettato un percorso formativo ad hoc, rivolto a tutti coloro che si occupano dei processi di internazionalizzazione, con ruoli di responsabilità o operativi, che desiderano consolidare e ampliare le proprie conoscenze specialistiche.