Il decreto Aiuti varato lunedì sera torna in Consiglio dei ministri: da limare alcune norme sul bonus da 200 euro per chi percepisce redditi fino a 35 mila euro e in arrivo nuove norme sulla cessione dei crediti per il Superbonus al 110%. A dipendenti e pensionati con la mensilità di luglio (in via automatica e con verifica a conguaglio) è corrisposta un’indennità di 200 euro per chi ha un reddito che non supera i 35 mila euro lordi l’anno. Il bonus sarà destinato anche ai disoccupati e agli autonomi, infatti l’articolo 33 della nuova bozza sul tavolo di Palazzo Chigi prevede un fondo per il sostegno del potere d’acquisto dei lavoratori autonomi. Il governo vorrebbe escludere i percettori del reddito di cittadinanza, ma una decisione non è ancora stata presa. L’altra questione in sospeso riguarda il Superbonus. Dopo aver prorogato al 30 settembre (dal 30 giugno) il vincolo legato all’incentivo per le ristrutturazioni nelle villette, ovvero aver portato a termine il 30% dei lavori, si discute sulla cessione del credito. L’ipotesi è concedere la cessione del credito banca-correntista prima del quarto (e ultimo) passaggio. L’altro aspetto riguarda la possibilità di frazionare i crediti, almeno per annualità.
Capitolo trasporti. Per mitigare l’impatto del caro-energia, soprattutto a studenti e lavoratori con un reddito inferiore ai 35 mila euro, viene istituito un fondo da 100 milioni di euro presso il ministero del Lavoro, che erogherà un buono fino a 60 euro sull’acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. Salta dal testo, invece, la norma che stabiliva la presenza dei governatori alle riunioni del Consiglio dei ministri per autorizzare (ma senza diritto di voto) impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fondi rinnovabili. Infine, gli interventi per contenere il costo delle materie prime, con l’obiettivo di stimolare gli appalti, si applicano anche ai lavori delle società del gruppo Ferrovie dello Stato e di Anas Spa, con riguardo ai propri prezzari.