Dott. Domenico Berardi: “Chirurgia facorefrattiva, la risposta definitiva ai problemi di vista dovuti all’età”

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(Adnkronos) –
L’intervento, consigliato per pazienti di più di 40 anni, prevede l’inserimento nell’occhio di un cristallino artificiale
 Bologna, 10 febbraio 2025. Con l’avanzare dell’età la maggior parte delle persone registra un fisiologico abbassamento della vista. La causa del problema è la senescenza del cristallino, cioè la sua progressiva opacizzazione. “Il difetto principale è la presbiopia, che arriva intorno ai 45 anni e fa sì che il paziente non riesca più a leggere da vicino. Dopo i 55 anni, poi, sopraggiunge anche l’ipermetropia senile, quindi la difficoltà a vedere da lontano” spiega il dottor Domenico Berardi, esperto in chirurgia oculistica, sottolineando come la situazione diventi particolarmente complessa da gestire quando “queste criticità intervengono su pazienti che presentano già altri problemi legati alla vista, come miopia, astigmatismo o ipermetropia giovanile”. In questi casi si dovrebbe procedere con una combinazione di correzioni, che non sempre risulta ottimale. Il che rende preferibile un intervento chirurgico: con i pazienti più giovani in genere si opta per il laser, mentre dopo i 40 anni la soluzione migliore è la chirurgia facorefrattiva, ovvero l’asportazione del cristallino e la sua sostituzione con un cristallino artificiale. “Si tratta di una soluzione definitiva e permanente, dal momento che il cristallino artificiale inserito non si modificherà nel tempo. E questo fa sì che la persona non avrà neanche problemi di cataratta – aggiunge l’oculista – L’intervento si esegue in pochi minuti e in anestesia in collirio. Si entra nell’occhio attraverso un taglietto di circa 2-2,5 millimetri attraverso il quale si va ad asportare una parte di cristallino al posto della quale si inserisce il cristallino artificiale, che ha un diametro di circa 6 millimetri”. Il supporto è realizzato in materiale acrilico, quindi morbido, e si inserisce piegato all’interno del piccolo taglio praticato per poi aprirsi una volta nell’occhio ed essere sistemato nel sacco capsulare”. I cristallini artificiali sono di tre tipologie e la scelta del più adatto da utilizzare avviene in base alle esigenze del paziente. Il cristallino monofocale permette di mettere a fuoco solo un piano: il paziente vede bene da lontano, ma ha bisogno degli occhiali da vicino. Il cristallino Edof, invece, permette una messa a fuoco a lunga e media distanza, ma richiede un occhiale da lettura. Il cristallino trifocale o multifocale, infine, garantisce una messa a fuoco completa e permette quindi di eliminare del tutto occhiali e lenti a contatto. Si tratta perciò della soluzione più pratica, anche se prevede un minimo di adattamento: dopo l’impianto ci sono alcuni lievi disturbi, come la visione di alcuni aloni intorno alle luci, che si riassorbono in qualche mese.  Gli interventi di chirurgia facorefrattiva sono interventi ormai collaudati, che si svolgono in modo ambulatoriale e che, nella maggior parte dei casi, consentono al paziente di riprendere a lavorare già il giorno dopo l’operazione. È fondamentale, però, che siano eseguiti da personale preparato e in un contesto adeguato. “Bisogna rivolgersi ad un chirurgo esperto, che lavori in una struttura attrezzata e sicura, con sale operatorie a norma, anche se questa è una chirurgia ambulatoriale. Il paziente, infatti, nel giro di due ore è libero” aggiunge il dottor Berardi, sottolineando come “non serva solo l’esperienza chirurgica in sé, ma un’esperienza con questo tipo di lenti, nel fare i calcoli di precisione. I pazienti possono essere anche astigmatici e possono avere cornee irregolari, quindi bisogna scegliere il cristallino più adatto e posizionarlo in modo preciso”.  Proprio per questo è indispensabile affidarsi a medici che abbiano alle spalle centinaia di operazioni di questo tipo e che sappiano quindi valutare al meglio ogni aspetto, dalla scelta del cristallino al suo inserimento nell’occhio.  

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