(Adnkronos) – Dynasty Warriors: Origins si presenta come un ambizioso reboot di una serie longeva, con la promessa di rivoluzionare la formula classica dell'"uno contro mille" che ha caratterizzato il franchise per quasi trent'anni. Sviluppato da Omega Force e pubblicato da Koei Tecmo, il gioco si propone come un punto di ingresso ideale per i neofiti, pur cercando di soddisfare i fan di lunga data con un gameplay tattico più complesso e una nuova prospettiva su una storia familiare. Dal punto di vista tecnico, Origins è il capitolo più impressionante della serie, con una grafica migliorata e un'ottimizzazione che garantisce fluidità anche durante le battaglie più caotiche. Il sistema di combattimento, pur mantenendo l'essenza del Musou, introduce nuove meccaniche come le forze nemiche più grandi, che aumentano significativamente il numero di soldati a schermo, e la barra che consente di scatenare potenti attacchi speciali. Queste aggiunte contribuiscono a rendere gli scontri più intensi e strategici, richiedendo al giocatore di valutare attentamente le proprie mosse e di adattarsi alle diverse situazioni. Tuttavia, l'innovazione più controversa è la scelta di concentrarsi su un singolo personaggio principale, Ziluan, un guerriero personalizzabile che sostituisce il vasto roster di personaggi giocabili dei capitoli precedenti. Se da un lato la personalizzazione di Ziluan offre un elevato grado di libertà nella definizione del proprio stile di gioco, dall'altro la sua mancanza di personalità lo rende un sostituto poco carismatico per i beniamini della serie. La trama di Origins ripercorre gli eventi del Romanzo dei Tre Regni, concentrandosi sulla prima metà della storia. La narrazione, suddivisa in cinque capitoli, si distingue per alcuni momenti di grande intensità emotiva e intrighi politici, ma soffre di una certa incoerenza, alternando fasi coinvolgenti ad altre più prevedibili. L'introduzione di un sistema di legami in stile Persona permette di approfondire i rapporti con i personaggi secondari, aggiungendo spessore alla trama e rendendo più significative le alleanze e i tradimenti che caratterizzano il periodo dei Tre Regni. Purtroppo, la storia personale di Ziluan, incentrata su un cliché narrativo abusato come l'amnesia, risulta poco originale e non all'altezza dell'epica cornice storica in cui si inserisce. Tra una battaglia e l'altra, il giocatore può esplorare una mappa del mondo in stile RPG, raccogliendo materiali, completando missioni secondarie e interagendo con i PNG. Nonostante l'apparente libertà di movimento, la mappa non è un vero e proprio open world, con nuove aree che si sbloccano progressivamente con l'avanzare della storia. Le missioni secondarie, pur offrendo una discreta varietà di obiettivi, tendono a riproporre gli stessi scenari e tipologie di nemici, rischiando di diventare ripetitive a lungo andare. In definitiva, Dynasty Warriors: Origins è un titolo che cerca di bilanciare tradizione e innovazione, con risultati altalenanti. Il nuovo sistema di combattimento e la maggiore enfasi sulla strategia rappresentano un passo avanti rispetto ai capitoli precedenti, ma la scelta di un protagonista personalizzabile al posto del cast tradizionale e una trama non sempre all'altezza delle aspettative potrebbero deludere alcuni fan. Nonostante i suoi difetti, Origins rimane un'esperienza divertente e appagante per gli amanti del genere Musou, in grado di offrire ore di azione frenetica e battaglie epiche.
Formato: PS5 (versione testata), Xbox Series X/S, PC Editore: Koei Tecmo Games Sviluppatore: Omega Force Voto: 7/10 —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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