Emergenza crack, Spinnato (Asp): “A Palermo mille nuovi accessi al Sert nel 2024”

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(Adnkronos) – "Ormai parlare di 'emergenza' non ha più molto senso. Da anni, direi da dopo la pandemia, assistiamo a un aumento del consumo di droga, un trend che, però, si è stabilizzato. Insomma, non più una crescita esponenziale, ma piuttosto numeri stabilmente alti". Giampaolo Spinnato, direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) Dipendenze patologiche dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, snocciola i dati. "Nel 2023 abbiamo avuto circa 900 nuovi utenti che hanno fatto accesso ai Sert (per dipendenze da droghe o alcol, ndr), lo scorso anno sono stati un migliaio, di cui oltre 600 nel secondo semestre – dice all'Adnkronos -. Tra le sostanze stupefacenti sicuramente il crack la fa da padrone e la fascia d'età più rappresentata è quella che va dai 20 ai 30 anni, il che conferma un dato allarmante: il consumo di droga inizia spesso in un'età precoce. C’è un aumento dell’incidenza nella fascia tra i 12 e i 14 anni, perché se a 20 anni ci si rivolge al Sert significa che il consumo di sostanze è iniziato 5-6 anni prima, la richiesta di aiuto non è immediata".  Un boom nel consumo di droghe registrato già prima della pandemia. "E' come se il Covid avesse messo un freno – racconta Spinnato -, in quegli anni i servizi sono rimasti regolarmente aperti ma sono diminuite le richieste, probabilmente perché le persone uscivano meno per via delle restrizioni. Subito dopo c'è stata una forte crescita, ma l'incremento dei consumi era in corso da tempo". Le cause? "Probabilmente un disagio giovanile acuito dal Covid e la presenza di nuove droghe come il crack, una sostanza facilmente accessibile per via del suo basso costo ma devastante perché crea rapidamente una forte dipendenza. Una droga non molto conosciuta prima e forse inizialmente sottovalutata dai consumatori". Oggi l'Uoc Dipendenze patologiche dell'Asp di Palermo segue circa 4.300 pazienti: 3.700 sono le prese in carico nei servizi ambulatoriali, altri 600, invece, sono i tossicodipendenti seguiti in carcere, di questi 158 sono nuovi utenti. Dati che includono anche la provincia. "La diffusione pervasiva del crack sta facendo emergere un problema rilevante nei comuni dell'hinterland. I due servizi di Bagheria e Montelepre, che si occupa anche di Carini e Partinico, hanno numeri elevati. In questi centri l'incidenza se rapportata alla popolazione è identica a quella di Palermo", avverte Spinnato.  Una mole di lavoro che fa i conti, purtroppo, con personale ridotto. "La dipendenza è un'esperienza che ha una durata nel tempo e la presa in carico del paziente è intensiva – sottolinea il direttore dell’Uoc Dipendenze patologiche dell’Asp di Palermo -, richiede un impegno notevole degli operatori, perché chi si rivolge ai servizi va seguito quasi quotidianamente. Anche l’area della Dipendenza risente della carenza di personale, soprattutto medico, che riguarda un po’ tutto il comparto sanità – ammette Spinnato -. In questi ultimi anni, però, c’è stato un forte investimento da parte delle Istituzioni, Regione e Asp, e sono stati attivati nuovi servizi e reclutato personale". Un impegno che, grazie anche alla collaborazione con il Comune di Palermo, ha portato all'attivazione di un'unità mobile. "Un camper che va nei luoghi del consumo per intercettare quelle persone che magari ai servizi non vengono o intercettarle prima in modo da iniziare un intervento più precoce".  E poi c’è il Centro di pronta accoglienza, inaugurato lo scorso anno e realizzato dalla Regione siciliana e dall'Asp di Palermo all’interno del presidio Pisani di via La Loggia. Novantasei accessi sino allo scorso 30 novembre. "E' una struttura di emergenza che accoglie le persone nei momenti di maggiore criticità, pazienti per i quali la presa in carico ambulatoriale non basta – spiega Spinnato -. Soggetti con un uso pluri-quotidiano di droga che, nonostante vadano al Sert, non riescono da soli a fermarsi o chi magari, a causa della dipendenza, è arrivato a vivere per strada, a ritrovarsi in una condizione di forte marginalità. Avere un luogo che li ospiti 24 ore su 24 per un periodo transitorio è fondamentale. Consente loro di fermarsi, svincolarsi dalla sostanza, ripensare la propria vita e intravedere la possibilità di un percorso diverso". Inaugurata a gennaio dello scorso anno la struttura ha dodici posti letto. "Da quando abbiamo aperto sono costantemente occupati, fortunatamente avendo un turn-over relativamente elevato riusciamo ad accogliere le persone piuttosto velocemente. L’attesa non supera quasi mai i 10-15 giorni".  L'identikit di chi si rivolge al centro? "Il problema dell’uso di sostanza riguarda tutte le fasce di età e tutte le fasce di popolazione, nella struttura abbiamo avuto ragazzi di 18 anni e professionisti di 40 anni e, ovviamente, tutto quello che sta in mezzo". Chi vi accede può contare su un'assistenza medica continua. "Ci occupiamo della terapia farmacologica in alcuni casi necessaria nei primi momenti del percorso ed effettuiamo piccoli check-up perché le sostanze purtroppo creano parecchi danni collaterali. Tre psicoterapeuti prendono in carico singolarmente i pazienti e poi ci sono delle attività di gruppo, volani terapeutici importanti". Infine, c'è tutto il lavoro sul 'dopo'. "La permanenza nel centro è di circa 30-45 giorni – spiega Spinnato – e poi bisogna costruire il dopo: alcuni vengono inseriti in comunità, per chi non vuole andare pensiamo a progetti di inclusione lavorativa che possano aiutarli nel momento in cui escono". Il centro è una struttura flessibile. "Chiunque può rientrare, se ne ha bisogno, in qualsiasi momento".  Per il direttore dell'Uoc Dipendenze patologiche dell'Asp di Palermo nella lotta al consumo di droga occorre "superare la logica emergenziale". "I Sert hanno sempre lavorato a pieno regime e in tanti si sono rivolti agli operatori. La dipendenza è una malattia come tutte le altre, sempre presente nel nostro tessuto sociale. Dal dopoguerra a oggi non c'è mai stato un periodo in cui questo problema non sia esistito. Il punto, allora, è uscire da una politica emergenziale per fare in modo che gli interventi di contrasto siano messi a sistema. L'emergenza va prevenuta e non bisogna mai abbassare la soglia di attenzione. E' un problema di politica sanitaria ma anche culturale, perché la disattenzione verso il fenomeno ha riguardato a lungo l'intera società. Oggi fortunatamente vedo segnali positivi e un impegno maggiore anche da parte del Governo nazionale in questo ambito", conclude. (di Rossana Lo Castro) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)