Il mondo della musica è sempre più multiforme e sempre più in cambiamento. Di questo e tanto altro ne abbiamo parlato con Giuseppe Fisicaro, fondatore dell’etichetta e consulenza artistica THEWEBENGINE.
La musica di oggi è in piena evoluzione. Dove si va a collocare in tal senso THEWEBENGINE?
Questa realtà l’ho sempre vissuta come un ponte, e mi sono resto conto che c’era un gap fra chi produce musica e chi vende la musica. Lì in mezzo ci siamo noi di THEWEBENGINE, di fatto supportiamo chi produce musica, aiutamo nel realizzare contenuti e il placement – la loro presenza sul digitale – al fine di massimizzare la loro audience e i loro profitti.
Oggi giorno è sempre difficile lavorare nell’ambito musicale così vario.
Ho fatto un panel la scorsa music-week, ed ho spiegato che ancora funzionano i vecchi cataloghi. La musica considerata “vecchia” rivive con dei riposizionamenti, ad esempio attraverso piattaforme come Tik Tok, oppure con Amazon Prime e Netflix che vanno a riposizionare dei pezzi anche dopo anni. In realtà sul digitale ci sono tante operazioni che si possono fare, a partire magari proprio dalla storia, con dei nuovi contenuti, magari contenuti ad hoc che hanno come sottofondo questi brani. E in qualche modo queste operazioni poi si riflettono anche sulle classifiche e poi sulle vendite.
Parliamo di Sanremo. L’anno scorso hai lavorato con Grignani, quest’anno con la Bertè.
Sono stati due progetti totalmente diversi. Gianluca è un mio cliente oramai da 7 anni, abbiamo fatto un lavoro totalmente incentrato su di lui. Con Loredana invece si tratta di un progetto commissionato da Warner, che ringrazio così come ho già fatto in altre sedi. Un mese di lavoro nel pre-Sanremo con questo format chiamato Storie-Bertè, che andava in qualche modo a rispolverare tutta la discografia di Loredana dal primo disco del 1974 fino all’album precedente a questo attuale, più un focus su gli 11 Sanremo prima di quest’ultimo. Attraverso una pubblicazione costante di un mese, abbiamo di fatto a livello algoritmico lustro al canale e riposizionato di nuovo tutta la discografia di Loredana. Siamo soddisfatti.
Prossimi progetti?
Ne abbiamo davvero tanti, adesso siamo molto focalizzati sui paesi asiatici, abbiamo creato partnership con delle strutture in Vietnam e India proprio con la gestione di contenuti musicali, attraverso dei format veri e propri. Stiamo veicolando interi cataloghi musicali attraverso società dei paesi asiatici, per allargare l’audience che possa avere riscontri anche all’estero. Fra poco dovrò andare anche a Nuova Dehli, di fatto stiamo ridando vita a musica esistente da almeno 40-50 anni e che sembrava stare ferma lì. Siamo davvero molto felici perchè stiamo vedendo una grande risposta da parte del pubblico estero.
In che direzione va la musica?
Come dico sempre, noi abbiamo un grande problema che va presto risolto. Oggi abbiamo una enorme offerta e una scarsa domanda. In questo momento ci troviamo in un momento in cui ci sono più artisti che pubblico, questa cosa ovviamente è un problema perchè mentre la distribuzione del prodotto musicale è stata in un rapporto di uno a molti, oggi c’è un over-produzione musicale. Molti ragazzi fanno musica ma non hanno pubblico sufficiente. Oggigiorno ci sono così tante uscite che chiaramente non tutte potranno essere ascoltate, non tutte avranno pubblico e questo secondo me è un gap che va risolto perchè il rischio che l’offerta sia troppo superiore alla domanda: significa che molta roba non verrà mai ascoltata.