Dopo mesi di restrizioni, chiusure e paure, è giunto forse il tempo di riappropriarsi, in modalità lenta e attenta, del tempo e dello spazio, per combattere timori e ansie, per ripartire e rinascere. E’ questa la speranza di otto artisti, che attingono ai loro stili, sogni e bisogni per esprimere il loro desiderio di libertà, così da fuggire dalla cupa prigionia del corpo e dello spirito a cui la pandemia ci ha costretto.
Partirà mercoledì 5 maggio, fino a venerdì 28 maggio, presso Galleria SpazioCima di Roma (via Ombrone 9), la collettiva “Set me free”, che comprende i lavori di otto artisti: Giampiero Abate, Cristiano De Matteis, Giampiero Malgioglio, Susy Manzo, Alessandra Pierelli, Valerio Prugnola, Serafino Rudari, Sandro Tiberi. L’esposizione, curata e organizzata da Roberta Cima, è a ingresso libero, visitabile da lunedì a giovedì, dalle 15:30 alle 19:30.
LE OPERE IN MOSTRA – Una ventina le opere esposte, tra pittura, scultura e installazioni. La perfezione e l’armonia dei solidi platonici sono la base e il vertice del “Nucleo fuso” di Giampiero Abate: qui uomo e donna, in apparente antitesi, fondono i loro corpi e i loro spiriti sfiorandosi le mani. Con “An unusual Swan” e “Peonia”, invece, Cristiano De Matteis ha voluto rappresentare una natura che riconquista i suoi spazi, liberandosi dal giogo dell’uomo. L’installazione di Susy Manzo parla di prigionie e di catene, alla ricerca di una libertà mai egoistica, ma rispettosa del bene comune.
Il “Batman” di Giampiero Malgioglio esalta il vero paladino: un umano costretto a mascherarsi per difendere i propri ideali di libertà. I supereroi di Alessandra Pierelli, invece, raccontano gli eroi di tutti i giorni, nascosti dentro e tra di noi, che non hanno bisogno di travestimenti, ma che si nutrono semplicemente di coraggio e di speranza. Il “Ponte Milvio” di Valerio Prugnola, rappresenta uno scorcio romano reinterpretato con colori e luci, così da combattere il grigio che ha offuscato tanto i luoghi quanto le persone. Un inno alla vita, splendido e libero, anche il Pegaso raffigurato in “Set me free” realizzato a sei mani da Serafino Rudari e dagli artisti Cantera dell’Arte: il quadro attinge al mito e alla fantasia per condurci su sentieri inesplorati, magici, liberi da ogni forma di razionalità. I “Legami” di Sandro Tiberi, infine, rivelano abbracci incompiuti, connessioni inesplorate, collegamenti con l’Universo e con ogni atomo che lo compone.