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ROMA, 13 marzo – “A mamma non piace” è un film attualmente in fase di produzione (le riprese si stanno svolgendo proprio nel Lazio) ed è tratto dall’omonimo libro, vincitore del premio “Una storia per il cinema”. Ai nostri microfoni è intervenuto l’autore del best-seller presto pellicola cinematografica, Gianluca Gemelli.
Quali sensazioni prova un autore nel vedere il suo libro diventare un film?
“Non so se dire che è un sogno che diventa realtà, oppure la realtà che diventa un sogno. Tutto ciò è un qualcosa di molto strano, è come vedere un altro bambino che gioca con i tuoi giocattoli che ti rende geloso ma anche curioso nel vedere cosa ci farà. E’ una strana sensazione vedere una storia che vive nella mia fantasia, risognata da altre persone, prendere vita. Vedere sul set cinematografico come si sviluppano le cose è una grande sorpresa anche per me, ed è bellissimo”.
Vedere in carne ed ossa degli attori che interpretano i personaggi che hai immaginato. Veder prendere forma gli scenari che hai pensato. Cosa ti emoziona di più? “Beh è tutta una sorpresa. Quella del libro è una storia che non mi appartiene al 100% ed è inoltre un romanzo che lascia molte interpretazioni a chi lo legge. Ergo, la curiosità di vedere cosa ne farà chi ha in mano la storia adesso è probabilmente l’emozione principale. Ma c’è anche l’orgoglio di vedere che qualcosa che ho scritto io è piaciuto anche ad altre persone a tal punto da renderlo un film”. Parliamo della storia di “A mamma non piace” e della sua protagonista Alina, una donna bielorussa che arriva in Italia. “Alina è una donna dal passato burrascoso che cerca tranquillità e anonimato, il cui passato torna a farle visita chiedendole il conto. Per uscire da questo incubo farà ricorso ad un aiuto che le arriva paradossalmente da un altro incubo. E’ un po’ la storia di qualcuno che si arrabatta per uscire fuori dai guai, con risvolti horror ma anche comici a seconda di come la vedi la storia”. Una storia a metà fra la risata, l’horror e la riflessione. Prossimamente quindi vedremo al cinema una commedia noir? “Non ho scritto questa storia con l’intento di trasferire su carta la mia visione del mondo o la mia auto-analisi, però qualcosa di noi c’è sempre nelle cose che uno scrive. Penso che chi si immergerà in questa storia si troverà a metà fra Psyco e la Congiura degli Innocenti. Avevo chiesto Hitchcock come regista, non me l’hanno dato (ride. ndr)”. Il tuo libro ha vinto una delle scorse edizioni de “Una storia per il Cinema”. Quale consiglio puoi dare a chi sta pensando di partecipare a questo concorso? “Partecipate. Sono la prova che questo è un concorso dove non vincono i raccomandati. Se avete scritto un libro che pensate possa essere adatto per farne un film, magari senza eventuali costosissime trasposizioni cinematografica come migliaia di comparse o altro, partecipate. Se trovate l’alchimia perfetta, la suggestione giusta, che possa colpire la giuria si può vincere davvero”.Intervista video a cura di Alberto Caccia