Artista poliedrico, Roberto Michelangelo Giordi è la quintessenza dell’artista moderno. Il suo libro “Aliene sembianze” è diventato uno spettacolo teatrale oggi in scena in giro per l’Italia. Lo abbiamo intervistato ai nostri microfoni:
Qual è stata l’ispirazione dietro il libro “Aliene sembianze” e cosa ti ha spinto a trasformarlo in uno spettacolo teatrale?
“L’idea di trasformare le storie contenute nel mio libro di racconti mi è venuta poiché sentivo l’esigenza di rappresentarle sulla scena teatrale. Ho preferito affidare il lavoro di trasposizione all’autore e regista Giancarlo Moretti. Sono contento del risultato: ha fatto veramente un ottimo lavoro di scrittura e messa in scena”.
Nel tuo lavoro creativo da artista poliedrico, come hai affrontato il tema dell’identità e del senso di appartenenza, particolarmente evidenti nel protagonista Giorgio?
“Trovo che oggigiorno sia necessario parlare di identità e appartenenza comunitaria. Siamo governati da un potere transumano che ha trasformato letteralmente i cittadini in consumatori. Credo che questa cosa vada assolutamente denunciata dagli artisti”.
Lo spettacolo “L’infinito dei campi di grano” sembra affrontare temi universali come la ricerca di significato e la lotta contro la banalizzazione della vita moderna. Credi che questi temi complessi possano essere facilmente affrontati in un contesto teatrale?
“Il teatro ha il dovere di parlare della società e delle sue problematiche, guai se non lo facesse! È pur vero che il pubblico medio è sempre meno abituato a testi di denuncia e considera la partecipazione allo spettacolo come puro intrattenimento. Noi abbiamo scelto di rifuggire dalle semplificazioni banali e di raccontare, attraverso un linguaggio poetico e musicale, le inquietudini di un ragazzo in fuga per il mondo”.
La tua esperienza sia come scrittore che come musicista credo abbia influenzato la creazione di questo spettacolo. Puoi parlare della tua visione dell’integrazione tra musica e narrazione teatrale in “L’infinito dei campi di grano”?
“Lo spettacolo è una forma emblematica di teatro-canzone. Il racconto in prosa viene accompagnato da musiche evocative e da canzoni che si inseriscono nelle trame della narrazione in maniera del tutto naturale”.
Il tour teatrale tocca diverse città italiane. Ci sono aspetti specifici delle varie location che hai considerato durante la creazione dello spettacolo? Come pensi che lo spettacolo possa interagire con il pubblico in luoghi così diversi?
“Il tour è iniziato a Napoli e proseguirà anche nel nord Italia. Il testo alterna la lingua italiana con il napoletano; c’è anche qualche incursione alla lingua francese. È una storia di viaggio e follia, attraverso i meandri della fantasia del protagonista, per le città nelle quali ha scelto di realizzare la propria esistenza. Credo che tutti si affezioneranno a Giorgio: in lui ciascuno può ritrovare delle parti di sé”.