- Pubblicità -
“l’attuale situazione non garantisce un adeguato accesso delle persone detenute alle misure alternative al carcere e ai programmi di trattamento per gli utenti in messa alla prova”
. Solidarietà e condivisione alle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali in merito alla necessità di misure di intervento emergenziali per fare fronte alla carenza di personale e di strumenti che, a Roma, sta paralizzando le attività e l’attuazione delle misure alternative al carcere è stata espressa dall’Ordine degli assistenti sociali del Lazio.
“Molto preoccupante la denuncia dei sindacati – dice Laura Paradiso, Presidente dell’Ordine – che sottolineano come all’Ufficio esecuzione penale esterna di Roma risultino operativi solamente 27 assistenti sociali, numero assolutamente insufficiente a gestire in modo adeguato i circa duecento casi che ciascuno dei colleghi deve seguire.”
Paradiso, facendo propria la preoccupazione dei colleghi, ricorda che “la cronica carenza di personale che riguarda anche il personale amministrativo e contabile non consente di garantire adeguatamente l’accesso delle persone detenute alle misure alternative al carcere e ai programmi di trattamento per gli utenti in messa alla prova”.
“I recenti drammatici fatti di cronaca che hanno portato alla ribalta il grave problema delle carceri, impongono un forte intervento politico che mostri in modo chiaro ed esplicito la volontà di riconoscere l’importanza e la strategica funzione sociale dell’esecuzione penale esterna, al centro della riforma della Giustizia, ma – al momento – resa povera di uomini e mezzi da una intollerabile carenza di investimenti”, conclude Paradiso.
Anche per meglio coordinare le iniziative a sostegno del rafforzamento delle misure alternative al carcere previsto, in tempi brevi, un incontro tra la stessa Paradiso e gli assistenti sociali impegnati, a Roma, nell’area della esecuzione penale esterna.