Se c’è un interprete a mio avviso che illustri in modo favoloso la società e tutte le mode italiane degli anni ottanta, questi è senza ombra di dubbio Carlo Verdone. Premetto che sono un grande appassionato dei suoi personaggi. Ma, ve li ricordate i film di quel periodo? Verdone non è solo interprete le scene le vive forse anche più della vita reale, donando una sensazione di stupore allo spettatore sempre nuova anche rivedendo le stesse più volte. Espressioni del tipo “in che senso” accompagnate da quella magica mimica facciale, oppure “love love love” con l’imitazione riuscitissima del ragazzo hippie, unitamente a quel tono di voce che solo lui riesce a ricreare, sono gestualità senza precedenti. In “Acqua e sapone” è straordinario nel finale quando improvvisa un balletto sulle note degli Stadio evidenziando nella trama cinematografica problematiche sociali quali la mancanza di lavoro e le conseguenti vicissitudini. Ahh!! “Magda tu mi adori?” La cosa è reciproca. Ditemi voi come si fa a non amare una scena così? Per strada sento coppie che avvolte simulano questa dicitura variandola con i loro nomi. Indiscusso protagonista di quegli anni, le generazioni future per comprendere quel periodo si rifaranno a lui. Il suo è un verismo con un genere tra il documentario, l’ironia e il cult, tutto splendidamente combinato. Da Enzo il tipo forte che non si arrende alla vita pronto all’avventura per Ferragosto, passando per “Troppo forte” dove veste i panni di un aspirante attore dal cuore tenero. Poi è figlio in “Viaggio con papà” dove mette in risalto lo stravolgimento dei cambiamenti culturali, strizzando l’occhio ai movimenti giovanili dediti all’ecologia. In “Borotalco” nel ruolo di un giovane diviso tra un amore da conquistare e un contesto difficile dove emergere. Nelle riuscitissime imitazioni alla tv nei primi anni ottanta è poliedrico, coinvolgente. Direi davvero la rappresentazione di un frammento presente in ognuno di noi. Un interprete che riesce a simulare un personaggio ed anche senza volerlo farci ripensare ai mille precedenti. Una sola parola, grazie Carlo sei troppo forte.
Vincenzo Naturale