(Adnkronos) –
Secondo uno studio internazionale solo il 32% della giornata lavorativa viene impiegata a produrre valore: ecco come cambiare il modus operandi
Roma, 5/12/2024 – Le basse percentuali di produttività nelle aziende sono diventate sempre più problematiche sia per l’impresa che per i lavoratori. Da un lato la perdita di competitività sui mercati con mancati guadagni, dall’altra la frustrazione di dipendenti e professionisti, che spesso impiegano gran parte del loro tempo in ufficio intenti a ricercare documenti e contatti. “Non è una questione di pigrizia o mancanza di interesse per l’attività lavorativa, è stato riscontrato fattualmente che mancano talvolta gli strumenti giusti per agevolare la produttività”, spiega Pietro Zappaterreno, fondatore a Roma di Gruppo Ecp, società Benefit per la consulenza direzionale. Dalle ricerche infruttuose alle comunicazioni ridondanti, dalla mancanza di documenti a portata di mano alle difficoltà nel raggiungere il giusto contatto, tutto ciò porta a una diminuzione della produttività. “Secondo alcune ricerche, si lavora in maniera produttiva solo nel 32% delle classiche 8 ore di contratto che, tra l’altro, non rispecchiano fedelmente le tempistiche di concentrazione dell’essere umano ma trovano fondamento nella rivoluzione industriale ottocentesca”, approfondisce il fondatore di Gruppo Ecp. Continua Zappaterreno: “Oggi viviamo nella cosiddetta Information Age, i processi produttivi sono differenti, così come gli strumenti a disposizione che, se sfruttati adeguatamente, possono migliorare produttività aziendale e benessere dei lavoratori”. È questo che quotidianamente cerca di far comprendere la consulenza di Gruppo Ecp, che pone l’accento sugli obiettivi sociali del cambiamento. “La gestione del lavoro può essere migliorata con regole precise, con il supporto ai dipendenti attraverso software dedicati o processi semplici e definiti, indicando i responsabili di determinate aree e creando una corretta gerarchia delle urgenze”, evidenzia Zappaterreno. Per gestire le urgenze è sufficiente uno schema predefinito, basato su tempistiche e potenziali perdite economiche. Se quella che si ritiene un’urgenza è economicamente importante ma si ha il tempo per gestirla, si può operare diversamente, magari delegando; se l’urgenza è tale perché qualcuno autonomamente l’ha definita tale senza criteri obiettivi, anche in quel caso si può fare un diverso ragionamento. “Ecco perché è importante rivolgersi a società di consulenza capaci di tirar fuori determinate criticità responsabili della perdita di risorse economiche”, prosegue il fondatore di Gruppo Ecp. “La valutazione delle varie dinamiche può portare ad una riflessione importante sul cambiamento da apportare in azienda, che a sua volta può portare positività all’intero contesto lavorativo”.
Gruppo ECP è una società Benefit di Consulenza Direzionale
fondata da Pietro Zappaterreno, con sede a Roma, che si distingue per l’approccio multidisciplinare e l’attenzione alla creazione di valore umano. La missione dell’azienda è supportare le imprese nei processi di cambiamento e innovazione, promuovendo la sostenibilità e incrementando le performance globali. Con un team di consulenti certificati e qualificati, Gruppo ECP offre servizi di audit e assurance, consulenza direzionale e supporto in ambito finanziario, fiscale e legale, garantendo un’assistenza completa che valorizza le risorse interne delle aziende. La struttura organizza le sue attività in modo da rispondere con flessibilità alle diverse esigenze del mercato, avvalendosi di professionisti di alto livello capaci di risolvere le sfide più complesse con un approccio collaborativo e orientato al cliente.
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