Nel 1600 l’area di Villa Borghese era un cantiere a cielo aperto dove Scipione Caffarelli-Borghese realizzava la splendida dimora di un fine collezionista d’arte e di rarità botaniche.
Mentre procedevano i lavori per la ristrutturazione del casino nobile, acquistato nel 1605, il cardinale ridisegnava il grande parco circostante che ampliava con nuovi appezzamenti.
Collegati alla residenza che oggi ospita la Galleria Borghese, un ineguagliabile museo per bellezza e per opere esposte, realizzò i giardini segreti: dei Melangoli, dell’Uccelliera e della Meridiana.
Varietà coltivate nei giardini
All’epoca i nobili collezionavano piante rare provenienti dalle Americhe appena scoperte o dall’Oriente, grazie alle nuove rotte commerciali, ed i giardini segreti di Scipione – ispirati al medioevale hortus conclusus, il giardino recintato dei monasteri – avevano funzione decorativa, di esposizione e di spazio privato di meditazione.
L’uccelliera
Circondati da mura, erano un’estensione della dimora, uno spazio riservato dove ammirare i capolavori della natura. Il cardinale ne aveva gran cura ed ancora oggi conservano il fascino d’allora.
Il giardino all’italiana
Negli anni venne poi realizzata una strada che conduce sul retro della Galleria Borghese dove un giardino all’italiana sorvegliato da due divinità arboree introduce al parco dei Daini. Per realizzarla fu abbattuto il muro del giardino dei Melangoli che oggi è recintato da una cancellata ed è rimasto separato dalla villa.
Il giardino dei Melangoli
Chiamato anche giardino degli aranci amari (a destra guardando la facciata) ospita la collezione di agrumi. Qui i melangoli sono coltivati a spalliera lungo il restante muro che li protegge dal freddo mentre limoni e cedri di varietà diverse riposano in vasi su piedistallo, come veri capolavori.
Nelle aiuole i grandi cespugli di rosmarino e altre piante aromatiche si intervallano a bulbose e altre varietà a seconda della stagione.
Il giardino dell’Uccelliera
Nel giardino dell’Uccelliera (a sinistra guardando la facciata) è ancora più evidente l’impianto geometrico delle aiuole che a seguito degli interventi di restauro sono state ripristinate con il loro disegno originale.
Sono aiuole a cassette, delimitate da un bordo di pianelle romane che ne evidenzia il disegno e permette ancora oggi una contemplazione ravvicinata di ogni specie come opere nelle teche di un museo.
Veniva anche chiamato giardino delle cipolle perché vi si coltivano le piante a bulbo, sempre ovviamente immerse nel profumo delle aromatiche e circondate da numerosi agrumi. Qui a seconda delle stagioni si coltivano i tagetes che per noi sono comuni fiori da balcone, ma che nel ‘1600 erano i colorati testimonial del Nuovo Mondo.
Il giardino della Meridiana
Il giardino della Meridiana è stato realizzato intorno al 1680, dopo la morte di Scipione nel 1633. Era chiamato anche il giardino delle galline perché prima di piantarvi cedri, rosmarini e fiori era il pollaio della casa. Ancora oggi è un magnifico giardino con una bella aiuola a stella centrale e varietà fiorenti nelle aiuole circostanti.
I giardini segreti valgono certamente una passeggiata e sono visibili anche dall’esterno, ma per una contemplazione ravvicinata si può approfittare delle visite guidate organizzate dal Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale o delle aperture straordinarie.
S.T.
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