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Giornata di sciopero e manifestazione sotto la sede della Regione Lazio di via Cristoforo Colombo per i lavoratori delle cooperative Nova e Medihospes che hanno in appalto i servizi di assistenza sanitaria e sociosanitaria all’interno del Policlinico Umberto I di Roma.
Uno stato di agitazione indetto inizialmente per le condizioni di lavoro dei dipendenti e per il prospettarsi di una vera e propria emergenza sociale derivante dal licenziamento di centinaia di lavoratori conseguente alla politica di reinternalizzazione dei servizi portata avanti dal Direttore Generale del Policlinico Umberto I D’Alba, scenario che si è concretizzato con l’avvio della procedura di licenziamento collettivo protocollata in data 27 giugno scorso, che prevede di lasciare a casa 103 lavoratori per esubero.
Ovviamente, di fronte all’apertura di un processo che sulla carta dovrebbe portare al licenziamento di oltre 500 lavoratori entro marzo del 2024, le Segreterie Regionale e Provinciale di Confintesa Sanità si sono immediatamente attivate per cercare viè alternative che potessero consentire di coniugare la necessità dì internalizzazione dei servizi sanitari e socio sanitari e quella di mantenere un posto di lavoro a rischio per centinaia di lavoratori: la proposta è stata consegnata dalla delegazione di Confintesa Sanità che è stata ricevuta dell’Assessorato alla Salute della Regione Lazio.
La proposta consta sinteticamente di tre scenari: l’affidamento dei servizi assistenziali del Policlinico Umberto I ad una società in house providing con previsione di clausula sociale e applicazione del ccnl comparto sanità pubblica; presentazione da parte della Regione Lazio alle prossime consultazioni della Conferenza Stato Regioni e della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome di una proposta di revisione dei criteri di esclusione dalle procedure di stabilizzazione del personale sanitario e socio sanitario assunto con contratti di somministrazione in outsourcing; valutazione dell’applicabilità dell’emendamento Rossomando.
“C’è stato un ottimo riscontro da parte della Regione alle nostre proposte – afferma il Segretario Provinciale Sandra Di Blasio – che verranno sottoposte al vaglio della Commissione Sanità, necessario per l’iter di presentazione alla Conferenza Stato Regioni. Come Organizzazione Sindacale riteniamo che la via più percorribile sia quella della costituzione di una società in house providing regionale, che potrebbe comunque tornare utile, oltre che nel caso in questione, anche nel processo di reinternalizzazione dei servizi sanitari del SSR”.
All’uscita dalla Regione il Vice Segretario Nazionale Alessio Minadeo ha informato dettagliatamente i lavoratori sull’esito della consultazione, affermando tra l’altro che “La politica sindacale di Confintesa Sanità è assolutamente in linea con la volontà regionale ed aziendale di internalizzare i servizi, ci auspichiamo che le cooperative escano al più presto dalle strutture sanitarie pubbliche, non fosse altro che per l’assurdità della discrepanza salariale che c’è tra il personale strutturato e quello in outsourcing, a parità di carichi di lavoro e di responsabilità, che non è sindacalmente nè umanamente accettabile; è comunque fondamentale garantire ai dipendenti delle cooperative una continuità lavorativa, e le proposte da noi presentate rappresentano una valida soluzione.”
La Regione si è anche impegnata formalmente a costituire una cabina di regia come estrema ratio nel caso si arrivasse comunque al licenziamento di parte del personale, per garantire un immediato reinserimento nel mondo del lavoro.
Alla manifestazione e in delegazione erano presenti anche i vertici nazionali di Confintesa Francesco Prudenzano (Segretario Generale) e Massimo Visconti (Presidente), a conferma dell’interesse e della tutela garantiti dall’Organizzazione Sindacale.