di Dalila Loiacono, avvocato e segretario nazionale Adicu
Quest’anno il mare sembra un miraggio. Il caro spiagge registra un aumento dei prezzi scoraggiante. Ci risiamo con l’inflazione!
Si pensava che con la fine della pandemia i prezzi sarebbero diminuiti invece con l’inflazione alle stelle e il caro bollette le vacanze per molte famiglie italiane saranno proibitive.
Con l’inizio della stagione estiva, infatti, le tariffe giornaliere di beni e servizi offerte ai balneari sono aumentate del 10-15%, sino ad arrivare in alcuni casi ad un incremento addirittura del 25% rispetto all’anno precedente. Le tariffe sono diversificate su tutto il territorio nazionale, si passa da un minimo di 30/35 euro per un ombrellone e due lettini sino ad arrivare addirittura a 120 euro al giorno.
Trascorrere una giornata al mare non sarà più pertanto alla portata di tutti.
Senza contare che molti stabilimenti balneari non hanno rinnovato lettini ed ombrelloni che si ricorda sono beni reperibili .
Anche consumare cibi e bevande presso i lidi sarà conseguentemente molto più caro.
Questi rincari, già partiti due anni fa, sono stati determinati dall’aumento del costo delle materie prime e dai costi di gestione(luce, gas, acquisti agli ingrossi etc.).
I gestori sono costretti, quindi, a rifarsi sul consumatore finale, ovvero clienti abituali e vacanzieri di passaggio.
Detti rialzi non possono essere certamente arbitrariamente censurati purché naturalmente siano riconducibili ad una contingente situazione economica e non rappresentino viceversa un palese tentativo di speculazione.
Adicu (www.adicu.it) per tale ragione invita tutti i consumatori a prestare la massima attenzione rifiutando di affittare ombrelloni ad un costo spropositato, e privi di regolare ricevuta fiscale, nonché a segnalare eventuali abusi e situazione anomale al numero 06/88642693.
Non solo. A questo punto viene spontaneo domandarsi ma la linea di politica monetaria perseguita finora è davvero efficace?
Proprio ieri, peraltro, la BCE ha deciso un ulteriore aumento di 25 punti percentuali, portando il tasso di riferimento al 4%.
Adicu quindi chiede ai membri del Comitato esecutivo della BCE di cambiare l’orientamento della politica monetaria attualmente in essere nonché alle Istituzioni di rivestire un ruolo attivo al fine di porre un freno a questa situazione che se procrastinata rischia di alimentare pericolosamente una crisi del Paese.