Il ristorante Il Vero Alfredo riapre e riparte con le sue fettuccine

- Pubblicità -

Sono già passate alcune settimane dalla fine del lockdown, le città con fatica si ripopolano, lasciando spazi vuoti, silenzi, scorci e suoni che avevamo dimenticato. Anche il centro di Roma timidamente riprende la sua vita, ma il centro per sua natura oramai è da anni convertito al turismo e vedere bar chiusi, piccole pizzerie con le saracinesche abbassate, esercizi commerciali a conduzione familiare che forse non ritorneranno più sul mercato, piange il cuore.

Lo sguardo però spazia tra le vie e traverse che riacquistano la loro passata fattezza e sembra essere nel bel mezzo di un viaggio nel tempo, catapultati nella Roma di 30 anni fa o giù di lì, quando a pranzo, nei bar storici del centro era possibile prendere un tramezzino con spensieratezza. Quando il centro di Roma era abitato dai vecchi residenti e gli appartamenti non erano ancora diventati B&B. Quando il turismo era nazionale e i pochi turisti esteri alloggiavano nei migliori hotel della città.

Sembra effettivamente una Roma diversa, datata, e un po’ quest’atmosfera fa tremare i polsi, ma poi scopri che alcuni locali storici hanno rialzato la loro saracinesca e con ottimismo si rimettono in gioco in una realtà che è stata profondamente segnata dal Covid-19 e dai mesi di lockdown.

Così, passando per piazza Augusto Imperatore al civico 30, i tavolini del ristorante Il Vero Alfredo, riprendono possesso di una parte dei portici, e allora si tira un sospiro di sollievo.

Il ricordo per me va veloce a febbraio ed esattamente a venerdì 7 febbraio 2020, quando il ristorante festeggiava il National Fettuccine Alfredo Day, ribattezzato per l’occasione Fettuccine’s Night, come è stato istituito negli Stati Uniti da molti anni.

In quella data il Covid-19 era lontano e vicino al tempo stesso, si stava guardinghi, ma non si poteva immaginare lo scenario a cui tutti noi abbiamo assistito. Perciò la serata del National Fettuccine Alfredo Day si svolse con allegria e tanta musica, ma protagonista principale era come sempre il piatto che ha reso Alfredo una star in tutto il mondo le Fettuccine all’Alfredo.

Quella di Alfredo è una storia affascinante, raccontatami con entusiasmo dalla nipote, Ines Di Lelio. Una storia di famiglia che inizia a Trastevere, dove Alfredo Di Lelio nasce nel 1882 e giovanissimo comincia a lavorare con quella passione tipica degli italiani dell’inizio del Novecento nella piccola trattoria a piazza Rosa, un piccolo slargo scomparso intorno al 1914 per dar spazio alla Galleria Colonna (ora Galleria Sordi).

Proprio qui il giovane Alfredo nel 1908, divenuto da poco padre di un bel bambino, pensa a come aiutare la moglie debilitata dal parto. E così inventa un piatto pieno di energia un bel piatto di fettuccine al burro e parmigiano, con doppio burro e doppio parmigiano, seguendo un procedimento particolare che rendeva quella salsa quasi impalpabile. Era talmente buono che sua moglie suggerì di inserirlo nel menu. E così Alfredo inserì le fettuccine al doppio o triplo burro e parmigiano tra i piatti del giorno.

Nel 1914 Alfredo abbandonò la piccola trattoria e si trasferì a via della Scrofa dove, lavorando alacremente, riuscì a guadagnarsi la simpatia dei clienti che affluivano numerosi, da ogni parte del mondo. Erano gli anni Venti, e il mondo sembrava aprirsi magicamente al futuro e al cinema e, in questa atmosfera un giorno arrivarono Dougla Fairbanks e Mary Pickford, la celebre coppia del cinema muto americano, di passaggio a Roma per la loro luna di miele. Durante quel viaggio erano ospiti fissi di Alfredo, ne gustarono la cucina e le mitiche fettuccine e così prima di partire, omaggiarono il giovane oste con un dono prezioso un cucchiaio e una forchetta d’oro con sopra incisa una simbolica dedica: al re delle fettuccine.

Alfredo fece crescere il locale di via della Scrofa fino al 1943, quando la guerra oramai aveva preso il sopravvento e i prodotti di qualità erano quasi introvabili, così decise di cedere la sua attività ai suoi camerieri.

Ma a guerra finita Alfredo certo non poteva rimanere fermo, così con l’Anno Santo (1950) aprì il suo nuovo ristorante in piazza Augusto Imperatore, Il vero Alfredo.

Non più giovanissimo, ma sostenuto dal figlio, Alfredo riprende piano piano terreno, ritornando ad essere una meta mondiale. E questo non passa inosservato a chi entra nel locale, dove le foto, di cui sono tappezzate tutte le pareti, ritraggono i personaggi che hanno fatto in qualche modo la storia del Novecento, dai Kennedy ad Aretha  Franklin, da Sandro Pertini a Vittorio Gassman, da Liz Taylor a Sylvester Stallone, dai magnati come Sakıp Sabancı ai reali di Spagna, tutti immortalati davanti a un piatto di fettuccine all’Alfredo.

La storia del secolo scorso, sembra proprio essere passata davanti a un piatto di fettuccine all’Alfredo, spesso servite da lui stesso con quella simpatia e quel pizzico d’istrionismo che lo contraddistingueva e che è stato sempre un marchio di famiglia.

Lo scettro alla fine degli anni ’50 passò al figlio (Alfredo II), che portò avanti l’eredità paterna con capacità, fantasia e creatività introducendo alcune novità e portando all’estero le sue bionde, così come amava chiamare affettuosamente le sue fettuccine.

Il passaggio dello scettro non si fermò qui, arrivando al nipote (Alfredo III), degno successore di tanta scuola e tradizione. Dopo la sua scomparsa, la sorella Ines decide di prendere le redini del ristorante Il vero Alfredo, supportata dalla figlia Chiara. Oramai le due donne sono l’immagine creativa e propositiva del ristorante che è diventato una meta irrinunciabile per chi vuole gustare il mitico piatto delle fettuccine all’Alfredo, e perdersi nella storia del Novecento e di questi primi venti anni del nuovo secolo.

fonte Mentelocale.it