Intervista con Fabio Moro, l’amministratore delegato del pastificio di Chiavenna, che con lo storico marchio Moro produce pasta dal 1868, diffondendo in tutta Italia la cultura delle paste alternative

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Consumo di pasta: l’amore per il piacere della vita non si può arrestare, e in nessun
altro luogo come a Roma questo spirito prende forma con la pasta: ora anche con i
Pizzoccheri della Valtellina IGP?
La pasta: un prodotto che per noi è identitario, negli ultimi 2 anni ha vissuto un boom,
con tassi di crescita che solitamente si vedevano in decenni. Oltre a questo si è
arricchita di nuovi significati, senza dimenticare quello di piatto di famiglia per tutti gli
italiani. Questo cambiamento fa parte della nostra ricerca di una nuova normalità ed
è un fenomeno solo italiano?
Fabio Moro: È rimasto senza dubbio il valore della pasta come piatto della tradizione,
nazionale e locale. Siamo nati con i pizzoccheri, un prodotto IGP, riconosciuto
dall’Unione Europea nel 2016, ma con una storia che risale al 1.500 e che è
tradizionale della Valtellina, area che si è estesa nel tempo a coprire l’intera provincia
di Sondrio.
Della tradizione facciamo un punto di orgoglio; tuttavia, i dati riportati da Unione
Italiana Food ci dicono qualcosa in più: francesi, americani, tedeschi, consumano
pasta da 1 a 4 volte alla settimana, con aumenti di consumo anche oltre il 40%.
Oltre alle motivazioni contingenti legate alle necessità di fare scorte durante la
pandemia, c’è qualcosa in più: qualcosa che va oltre la storia e che spiega il boom
italiano ed estero insieme. Cucinare è da sempre sinonimo di prendersi cura: le scelte
culinarie, che appaghino gusto e benessere, rappresentano di per sé un processo
“curativo”.Cosa intende?
Fabio Moro: Questa ondata di consumo è la risposta a 3 esigenze che probabilmente
confluiscono non solo nel consumo di pasta, ma nel modo di intendere la cucina e lo
star bene nel 2021.
La prima è una necessità: la salute ed il benessere.
Materie prime selezionate e dalle importanti proprietà nutritive sono oggetto di
grandissima attenzione: il grano saraceno, per citare la materia prima con cui siamo
cresciuti, è ricco di vitamine e minerali, di amminoacidi essenziali, come già rilevava
anche l’Istituto della Nutrizione di Roma con uno studio internazionale.
Il grano saraceno permette di assumere carboidrati mantenendo bassi i livelli di
glicemia nel sangue. Le sue proteine hanno un elevato valore biologico: contengono gli
amminoacidi essenziali che non possono essere sintetizzati dal nostro organismo ma
devono essere assunti con la dieta (come le paste di legumi, che da tempo affiancano
i pizzoccheri nella nostra produzione). La pasta non è più solo “comfort food” per la
psiche -ce lo ricorda Doxa/Unione Italiana Food: nella ricerca emerge come la pasta
genera sensazioni di “relax e appagamento” (44%), serenità (27%) e addirittura “gioia e
felicità” (21%)- ma occasione di benessere per tutto il corpo.
La seconda è un’esigenza: la creatività in cucina.
Protagonisti del primo lockdown sono stati gli scaffali vuoti dei supermercati, in
particolare quelli legati agli alimenti più amati e più cucinati dagli italiani: la pasta e la
pizza. La cucina per ogni italiano è un momento di confronto con il piacere che è
maggiore quando cuciniamo qualcosa che amiamo: la creatività e la ricerca di
alternative gustose e salutari hanno portato milioni di italiani a scoprire non solo
delle paste, ma anche delle ricette alternative.
L’esempio che mi piace ricordare è legato a Roma: non avrei mai immaginato un
amore così marcato per i pizzoccheri anche in questa città. Ed invece, è stato un
successo “fuori dal coro”. I pizzoccheri IGP della Valtellina sono un piatto che stimola
la curiosità e la fantasia. Esattamente e come è stato per la leggendaria carbonara,
offrono la possibilità di incontro tra culture culinarie diverse, con risultati
sorprendenti, davvero oltre ogni aspettativa.È vero: sul sito ricettepizzoccheri.it si trovano ricette romane di polpette di pizzoccheri: di certo un’opzione ardita!
Fabio Moro: Siamo stati sorpresi anche noi! La creatività culinaria è anch’essa un
valore, che parte dalla conoscenza delle proprie radici: ci sono versioni con carciofi e
guanciale per rimanere nelle rivisitazioni romane, insieme a più di 800 ricette
proposte sui social, da Taranto a Sassari. Moltissime alternative alla ricetta originale,
realizzate con ingredienti tipici della stagione.
Questo è il terzo trend di consumo a cui i pizzoccheri IGP della Valtellina rispondono:
integrazione con i prodotti freschi e locali.
E Roma sfoggia una decina di primi piatti tipici della città a base di pasta, ognuno con
il proprio carico di prescrizioni ferree (come la cipolla nell’amatriciana) e di deroghe
inattese (con sorpresa nella mia ultima visita in città ho assaporato una pasta alla
zozzona), ma tutti legati al territorio.
Un’estate romana con pizzoccheri e zucchine romanesche? Ma come trovare i
pizzoccheri valtellinesi in città?
Fabio Moro: Perché no? L’abbinamento di pasta di grano saraceno e verdure fresche fa
parte della “tradizione” del piatto! E nei prossimi mesi trovare i pizzoccheri IGP della
Valtellina a Roma sarà sempre più facile: le catene distributive che ci apprezzano
aumentano di mese in mese, seguendo una domanda che cresce al ritmo del 40%
stagione dopo stagione, esattamente come i punti vendita su Roma città!