Nel primo trimestre di quest’anno le esportazioni dei poli tecnologici laziali sono cresciute del 13,7% (variazione tendenziale a prezzi correnti), confermando il trend positivo già emerso nella seconda metà del 2021. Sia il polo farmaceutico che il polo ICT hanno registrato una crescita a due cifre mentre ha visto una contrazione dell’export il polo aerospaziale dopo un brillante 2021.
Sul totale delle esportazioni manifatturiere laziali, di cui i poli tecnologici rappresentano il 50%, la dinamica inflattiva ha influito solo parzialmente: il risultato a prezzi costanti sarebbe stato +5,1% rispetto al primo trimestre 2021.
Il polo farmaceutico laziale nel primo trimestre 2022 ha registrato un +16,7% rispetto al primo trimestre 2021. I principali mercati sono stati Belgio (+61,4%), Olanda (+31,7%) e Germania (+24,4%) che insieme rappresentano 8 miliardi di euro di valore esportato, pari al 73% dell’export complessivo del polo. Si conferma invece il trend negativo verso gli Stati Uniti, la Francia, l’Austria, il Regno Unito e il Giappone.
Molto bene anche il polo ICT romano che dopo una crescita delle esportazioni del 31,9% nel 2021 ha evidenziato un incremento tendenziale del 21,7% nel primo trimestre 2022. A trainare le vendite è stato il Regno Unito, primo sbocco commerciale. Bene anche gli scambi con Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti mentre dati negativi si registrano sui mercati mediorientali.
Chiude in negativo invece il polo dell’aerospazio regionale dopo un 2021 brillante. Indicazioni negative provengono dalla maggior parte dei mercati (Arabia Saudita in primis), a cui si contrappongono i risultati postivi nel Regno Unito, Francia, Qatar, Malesia e soprattutto Giappone.
Il Monitor dei Poli Tecnologici del Lazio realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo conferma la rilevanza dei poli hi-tech regionali nel panorama manifatturiero italiano. Nel report viene analizzata l’evoluzione delle esportazioni anche dei due distretti manifatturieri tradizionali del Lazio.
Nonostante il contesto difficile, tra costi energetici in aumento, difficoltà di reperimento di materie prime (tra cui l’argilla), e problemi nella logistica, il distretto della Ceramica di Civita Castellana, che già aveva recuperato i livelli pre-pandemici di export a fine 2021, ha continuato a crescere anche nel primo trimestre del 2022 (+24,6% tendenziale). L’incremento è solo in parte giustificato dalla dinamica inflattiva: i prezzi alla produzione sui mercati esteri, per gli articoli sanitari in ceramica, sono cresciuti nel primo trimestre del 2022 meno dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2021. Piuttosto, sono state qualità e innovazione che hanno trainato la crescita delle esportazioni distrettuali sui mercati esteri, dove la ceramica italiana da prodotto per l’edilizia si è trasformato in un elemento di design simbolo del Made in Italy. Tra i mercati di sbocco, sono soprattutto le destinazioni europee a crescere a due cifre, in particolare Paesi Bassi, Germania, Francia, Belgio, Polonia e Spagna, con incrementi che riescono a compensare i cali verso Regno Unito e Stati Uniti. Sull’industria della ceramica, tra le più energivore, pesano le incognite sull’evoluzione dei costi dell’elettricità e del gas naturale, le variazioni nella disciplina degli ETS (Emission Trade System, il sistema voluto dalla Commissione Europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2) e la necessità di diversificare i mercati di approvvigionamento: l’Ucraina è tra i principali produttori non solo di argilla di elevata qualità, ma anche di caolino e feldspato, materie prime fondamentali per gli impasti ceramici.
Dopo il buon risultato del 2021 (+2,8% rispetto al 2020; +1,5% vs. il 2019), il distretto dell’Ortofrutta dell’Agro Pontino arretra parzialmente nel primo trimestre del 2022 (-5,4% tendenziale), ma conferma gli stessi livelli del primo trimestre del 2019 (+0,2%). La produzione nazionale di kiwi, concentrata per oltre il 40% nella provincia di Latina, è stata messa a dura prova nella stagione invernale da gelate e condizioni atmosferiche avverse. In calo i flussi verso la principale destinazione, la Germania, che assorbe la metà delle esportazioni del distretto e che realizza una parziale battuta d’arresto (-4,6%) dopo la forte crescita del 2021 (+9,1%). In forte calo il mercato americano, che continua a perdere terreno dopo la contrazione già registrata nel 2021 a causa anche delle difficoltà logistiche nei trasporti oltreoceano. In crescita invece i flussi verso Polonia, Francia e Paesi Bassi.
«L’inflazione e le preoccupazioni per gli effetti economici del conflitto russo-ucraino inevitabilmente pesano sul tessuto imprenditoriale laziale -, commenta Roberto Gabrielli, Direttore Regionale Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo -. Oggi l’aumento dei costi di produzione legati all’approvvigionamento di energia e delle materie prime, insieme alle tensioni geopolitiche internazionali spingono l’intero sistema ad adoperarsi per trovare nuove soluzioni, nuovi mercati di sbocco e di approvvigionamento, nuovi modi di fare business. Le sfide in ambito di difesa e sicurezza così come la lotta al cambiamento climatico rappresentano una grande opportunità per le nostre aziende aerospaziali e ICT che vantano un ottimo posizionamento competitivo. Nel Lazio arriveranno risorse per 16 miliardi, dal PNRR, dalla programmazione ordinaria UE 2021-2027, dal Fondo di coesione comunitario. Occorre tradurre questi fondi in progetti capaci di incidere sulle infrastrutture, sulla digitalizzazione, sulla riqualificazione del tessuto urbano, sulla valorizzazione del nostro meraviglioso patrimonio culturale e sulla formazione. Noi come Intesa Sanpaolo nell’arco del Piano d’Impresa 2022-2025 – conclude Gabrielli – intendiamo dare il nostro supporto all’economia reale con un programma dedicato alle iniziative del PNRR, mettendo a disposizione oltre 400 miliardi di euro di nuovi finanziamenti a medio-lungo termine, di cui 270 a favore del mondo delle imprese».
foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo
(ITALPRESS).
Intesa Sanpaolo, export Poli tecnologici del Lazio +13,7%
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