Israele, raid in Cisgiordania. Netanyahu vola da Trump: “Possiamo ridisegnare regione”

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(Adnkronos) – Raid di Israele oggi, domenica 2 febbraio, in Cisgiordania. Le Idf hanno condotto nella notte tre attacchi, a poche ore di distanza l'uno dall'altro, che hanno preso di mira presunti "terroristi palestinesi". Netanyahu è intanto partito in direzione Washington dove vedrà Trump e inizierà i colloqui per la seconda fase del cessate il fuoco a Gaza.  Lo riferiscono i media israeliani, precisando che un raid a Qabatiya ha bersagliato una cellula che era in procinto di eseguire un attacco. Nel raid, secondo le Idf, sono stati uccisi i sospetti "terroristi" Salah Zakarneh e Abd al-Hadi Kamil. Quest'ultimo era stato scarcerato nell'ambito dell'accordo sugli ostaggi dello scorso novembre. Il ministero della Sanità dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha confermato la notizia della morte di due persone a Qabatiya, aggiungendo che altre tre persone sono state uccise in due raid su Jenin. Tra loro un ragazzo di 16 anni, Ahmad al-Sadi.   
Netanyahu è partito oggi per Washington, dove martedì incontrerà Trump , con cui discuterà di Gaza, degli ostaggi e di “affrontare tutti gli elementi dell'asse iraniano”. Il premier israeliano sarà il primo leader straniero ospitato dal presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca nella sua seconda amministrazione.  "Le decisioni che abbiamo preso durante la guerra hanno già cambiato il volto del Medio Oriente. Le nostre decisioni e il coraggio dei nostri soldati hanno ridisegnato la mappa. Ma credo che lavorando a stretto contatto con il presidente Trump, possiamo ridisegnarla ancora di più e in meglio", ha dichiarato Netanyahu prima di salire sull'aereo di Stato 'Ala di Sion'.  "Si affronteranno questioni importanti e critiche che riguardano Israele e la regione: la vittoria su Hamas, il rilascio di tutti i nostri ostaggi e come affrontare l'asse terroristico iraniano in tutte le sue componenti, un asse che minaccia la pace di Israele, del Medio Oriente e del mondo intero", ha affermato Netanyahu, citato dai media dello Stato ebraico. Parlando in inglese, Netanyahu ha sottolineando che il fatto di essere il primo leader straniero a incontrare Trump alla Casa Bianca è "una testimonianza della forza dell'alleanza israelo-americana. È anche una testimonianza della forza della nostra amicizia personale". Domani Netanyahu inizierà invece i colloqui sulla seconda fase del cessate il fuoco a Gaza, ha reso noto il suo ufficio in un comunicato. Il premier "ha parlato con l'inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff. I due hanno concordato che i negoziati sulla seconda fase dell'accordo sugli ostaggi inizieranno quando si incontreranno a Washington lunedì prossimo", si legge.    Ieri Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione video dal suo ufficio, dando il bentornato agli ultimi tre ostaggi liberati a Gaza e avvertendo i gruppi terroristici di Hamas e della Jihad islamica palestinese che i futuri rilasci dovranno procedere senza intoppi come quelli di oggi. “Ofer, Yarden, Keith – che bello vedervi a casa!”, ha dichiarato poche ore dopo la liberazione di Ofer Calderon, Yarden Bibas e Keith Siegel dalla prigionia a Gaza. “Dopo le immagini che abbiamo visto giovedì, avevamo chiesto che i nostri ostaggi venissero rilasciati in sicurezza”, ha detto Netanyahu.  Due giorni fa, Hamas aveva liberato tre israeliani e cinque ostaggi thailandesi. Due degli israeliani – Arbel Yehoud e Gadi Mozes – e i cittadini thailandesi al momento del rilascio erano stati circondati da centinaia di uomini armati mascherati e da una folla inferocita. Netanyahu aveva avvertito che non avrebbe restituito i prigionieri palestinesi se non fosse stato garantito il rilascio sicuro degli ostaggi, e ha affermato che tale promessa è stata mantenuta. “Come avete visto oggi – ha detto Netanyahu nel video – questa posizione ferma si è rivelata giusta. Il messaggio è stato trasmesso, ricevuto ed eseguito". “Israele si aspetta che anche tutti i round successivi si svolgano in sicurezza”, ha aggiunto.  Intanto, secondo quanto ha rivelato l'emittente israeliana Channel 13, venerdì Netanyahu ha tenuto una riunione sulla possibilità di riprendere la guerra a Gaza. Il rapporto cita alti funzionari israeliani, secondo cui Netanyahu sembra spingere per una ripresa della guerra e ha chiesto all'Idf di presentare piani operativi.  Il Times of Israel ha riferito che Eyal Zamir, direttore generale del Ministero della Difesa israeliano, è stato nominato nuovo Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa Israeliane.  Zamir, 59 anni, era considerato il candidato favorito per sostituire Herzi Halevi, che si è dimesso prendendosi la responsabilità per i fallimenti che hanno portato all'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Per legge, i candidati a capo dello Stato Maggiore dell'Idf, così come per altre posizioni di alto livello come il commissario di polizia e il governatore della Banca d'Israele, devono essere esaminati dal Comitato consultivo per le nomine di alto livello. Dopodiché, il candidato viene confermato con un voto di gabinetto. Zamir diventerà così il 24° capo di stato maggiore dell'Idf dopo l'addio di Halevi, che si dimetterà il 6 marzo.  Netanyahu sta poi valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui. I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza. Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)