Celli secondo nella finale delle Qualifyng School in Spagna, bene pure l’altro romano, undicesimo. Mai nella storia del tour, nato nel 1972, così tanti azzurri con “carta” piena
La soddisfazione del Presidente della FIG, Franco Chimenti: “Chiudiamo al meglio un 2023 che rimarrà negli annali di questo sport”
Sarà un’Italia da record quella che si presenterà ai nastri di partenza del DP World Tour 2024. Il prossimo anno, per la prima volta dalla nascita (nel 1972) del circuito, saranno 9 gli azzurri con “carta” piena sul più importante tour europeo maschile. Un risultato prestigioso, che arriva a meno di due mesi dalla conclusione della storica Ryder Cup di Roma. Ai fratelli Molinari, Francesco ed Edoardo, e a Guido Migliozzi, certezze azzurre, si sono prima aggiunti Matteo Manassero, Lorenzo Scalise, Andrea Pavan e Francesco Laporta, tutti promossi dal Challenge. Entrambi romani, dopo una maratona golfistica lunga 108 buche, a Tarragona, in Spagna, hanno conquistato il pass il DP World Tour. Celli, 23 anni compiuti lo scorso settembre, passato al professionismo nel 2022 dopo una carriera da dilettante in cui ha vinto sia il campionato europeo individuale che quello del mondo a squadre, conquistando la “Silver Medal” al The Open, ha chiuso la finale delle Qualifying School, vinta dal tedesco Freddy Schott con uno score di 401 (-27) colpi, al 2° posto con un totale di 403 (68 65 66 66 70 68, -25).
La soddisfazione del Presidente della FIG, Franco Chimenti: “Il golf italiano chiude il 2023 nel migliore dei modi. Mai così tanti azzurri, in 51 anni di storia del circuito, erano riusciti ad avere una ‘carta’ piena sul più importante tour europeo. Questo risultato è per me un motivo di orgoglio, in un anno che rimarrà negli annali e che ha raggiunto il suo culmine con la Ryder Cup. Il movimento azzurro è in forte crescita e questa ne è la dimostrazione. Ne sono convinto: nel 2024, anno peraltro delle Olimpiadi di Parigi, ci leveremo grandi soddisfazioni. Complimenti a Bovari, alla prima gara da professionista e protagonista di un’ottima annata, a Zemmer, per essersi battuto, e a tutto lo staff tecnico, un’eccellenza. Dopo un periodo complicato in quanto a risultati, stiamo tornando sui nostri livelli. E vogliamo continuare a crescere, sulle ali dell’entusiasmo”.
Il torneo, nato nel 1976 e giunto alla 46ª edizione, si è svolto all’Infinitum Golf, sui percorsi del Lakes Course (par 71) e dell’Hills Course (par 72), ed è stato vinto dal tedesco Freddy Schott con 401 (68 63 75 66 64 65, -27) colpi, che ha preceduto Celli (403, -25). Al terzo posto con 405 (-23) il belga Matthis Besard, l’olandese Darius Van Driel e il danese Sebastian Friedrichsen e al sesto con 406 (-22) l’inglese Tom Lewis e il neozelandese Sam Jones.
I primi 33 avranno la “carta” piena, categoria 18, per il DP World Tour 2024 e la categoria 5 per il Challenge Tour 2024, gli altri classificati dal 34° al 78° posto riceveranno la categoria 8 per il Challenge Tour e la categoria 21 per il DP World Tour con meno possibilità di giocare. Infine, coloro che non hanno superato il taglio dopo 72 buche usufruiranno della categoria 15 per il Challenge Tour che consente poche possibilità di presenze. I 156 concorrenti al via hanno disputato i primi quattro round alternandosi sui due campi, poi i 78 rimasti in gara hanno proseguito sul Lakes Course.
Filippo Celli, dopo il 15° posto di partenza, si è portato subito al terzo nel secondo giro per poi condurre nei due successivi. Secondo in graduatoria al termine del quinto round, superato di un colpo da Friedrichsen, nel sesto ha sopperito a un avvio incerto (tre birdie e tre bogey su 10 buche) per consolidare la sua ‘carta’ con tre birdie nel finale (68, -3).
Pietro Bovari, che era stato tra i protagonisti dello Stage 2 (secondo all’Isla Canela Links di Huelva in Spagna), ha concluso al 64° posto con 422 (71 66 71 71 70 73, -6) e potrà iniziare la sua carriera da professionista sul Challenge Tour.
Non ha superato il taglio dopo 72 buche Aron Zemmer, 135° con 291 (73 73 72 73, +5). Con lui giocatori che hanno svolto una buona carriera sul circuito europeo quali il francese Gregory Havret (tre titoli con un Open d’Italia), il coreano Jeunghun Wang (tre successi), l’inglese David Howell (cinque), recordman di presenze sul tour con 722, e gli spagnoli Alvaro Quiros (otto) e Gonzalo Fernandez Castaño (sette con due Open d’Italia), quest’ultimo costretto al ritiro.
Un’Italia da primato, dunque. In precedenza, il maggior numero di azzurri sul circuito maggiore era stato di otto sia nel 2019 che nel 2022.