Recensione del libro “Poesia Trasimeno” a cura di Ilaria Solazzo.
Il mese scorso ho avuto il piacere di tenere tra le mani e sfogliare Poesia Trasimeno 2022 inerente il Concorso Nazionale Letterario e Fotografico a cura di Bertoni Editore.
La qualità del contenuto presente nel volume colloca l’editore tra i migliori contemporanei in questo campo in Italia. Numerosissimi gli artisti, i poeti e gli scrittori che hanno partecipato con gioia. Il volume contiene anche una sezione fotografica davvero ben curata. D’altronde il connubio poesia e fotografia rappresenta da sempre un incastro perfetto.
La poesia è quella dote grazie alla quale si può entrare in sintonia con qualsiasi persona dotata di ragione. Rappresenta, insomma, la massima capacità di dialogo: il poeta può esprimere i propri sentimenti, riuscendo a farsi capire da altre persone.
La fotografia, ottava arte, è una tecnica di produzione d’immagini. Sin dalla sua invenzione, il mezzo fotografico ha saputo ritagliarsi uno spazio all’interno del sistema artistico. Poesia e fotografia sono tuttavia anche forme d’arte molto distinte. Una comunica con le parole, l’altra con la luce. Ma in che modo poesie e fotografie sono simili? E cosa unisce poeti e fotografi?
Spesso, ci si riferisce alle fotografie facendo riferimento alle loro qualità “poetiche” o “liriche”. Fu un antico poeta romano di nome Quinto Orazio Flacco (noto come Orazio) a dire per primo che “un’immagine è una poesia senza parole”.
Le origini della Fotopoesia
La relazione tra poesie e fotografie è stata sperimentata dai membri dell’avanguardia all’inizio del XX secolo. Non sorprende che il Surrealismo, movimento fondato da poeti e dedicato a confondere i confini tra le diverse forme d’arte, abbia prodotto così tanti meravigliosi esempi di fotopoesia.
Quello più famoso è la collaborazione tra Man Ray, Paul e Nusch Éluard intitolata Facile (1935), in cui Maria Benz (moglie di Paul, nota come Nusch) ispirò le poesie e posò per le immagini. Si tratta di una bellissima pubblicazione in cui scatti e testo creano un disegno integrato e unitario.
Poesie e fotografie sono entrambe rappresentazioni di qualcosa, e sono entrambi tipologie di segni. Uno può essere usato come metafora dell’altro. L’immediatezza visiva dell’immagine fotografica si accosta alle figure verbali che emergono dalla poesia. La fotografia è l’immagine del linguaggio visivo, la parola scritta quella del linguaggio parlato.
Sono entrambe interpretazioni della realtà, in grado di evocare un’esperienza di percezione accentuata, un’intensità del guardare e sentire, determinata dall’unione di immagini visive e verbali che si fondono, si scontrano, si contraddicono, si enfatizzano e si evocano a vicenda.
Poeti e fotografi condividono l’ interesse comune nel trasformare un’esperienza vissuta in un’opera d’arte. Sono attenti ad aspetti come la luce, il ritmo, la narrazione e l’emozione. Entrambi amano raccogliere, raccontare, mettere in sequenza, pubblicare, comunicare.
I poeti costruiscono le immagini attraverso le parole. Un fotografo, invece, lavora in versi, tessendo impressioni e nozioni che si risvegliano sotto l’occhio dello spettatore. Come disse il fotografo P. H. Emerson: “Il valore di un’immagine non è proporzionato alla fatica e alla spesa che costa ottenerla, ma alla poesia che contiene”.